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Автор Тема: Новости Ватикана  (Прочитано 53934 раз)

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Re: Новости Ватикана
« Ответ #395 : 21 Мая, 2022, 15:22:48 »
              Дорогие друзья, к сожалению, с мая полная информация сайтом Ватикана https://press.vatican.va/ предлагается без возможности его сразу перевести в браузере гуглхром (в их сайт вставили блокировку на эту встроенную в браузер опцию, о чем рассказано здесь: https://forum.oreola.org/index.php/topic,2998.msg38124.html#msg38124). В то же время в связи с тем, что "избранная информация" на их новостном сайте https://www.vaticannews.va/, где есть и адаптированный русский перевод, существенно урезается и даже порою искажается, считаем правильным и целесообразным впредь предлагать вам лишь текст на языке оригинала. Однако при желании и навыке, вы сумеете самостоятельно найти способы как его перевести, в том числе прямо здесь, на нашей странице, где данная функция работает исправно: нажимаете правой кнопкой на текст, и в меню выбираете "перевести на русский". Такова будет наша ответная мера: просто, но результативно. Спасибо за понимание и просим простить за неудобства, надеемся, что они временные. Пока будем считать, что Ватикан просто негласно поддержал какие-то санкции и проблема будет вскорости устранена его собственными силами, так как это в его же интересах.  Данный вводный текст будет вставляться впредь перед каждой их публикацией, как напоминание причин.                         
Александр Набабкин-Романюк.




                                            DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
                                   AI PARTECIPANTI AL CONVEGNO INTERNAZIONALE
                                              SULLA TUTELA DELLA BIODIVERSITÀ

Sala Clementina
Sabato, 21 maggio 2022
Cari amici!
Do il benvenuto a voi, partecipanti al Convegno Internazionale “Nature in Mind. Una nuova cultura della natura per la tutela della biodiversità”, organizzato dal competente Comando dell’Arma dei Carabinieri. Ringrazio il Comandante Generale per le sue cortesi parole ed esprimo la mia riconoscenza per questa iniziativa, che dimostra la volontà di collaborare per proteggere insieme la nostra casa comune. Il vostro impegno contribuisce a rafforzare il dialogo urgente, il dialogo responsabile sul futuro del pianeta, «perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti» (Enc. Laudato si’, 137).
Il titolo del Convegno “La natura in mente” fa pensare all’itinerario di San Buonaventura da Bagnoregio, il quale in più occasioni invita a scoprire il Trascendente anche attraverso la contemplazione della bellezza della natura. È un viaggio formativo per la mente e per l’anima. Quando guardiamo con stupore il cielo e le stelle o le acque cristalline di un ruscello, per analogia contempliamo l’autore della bellezza (cfr Sap 13,3). Essa è stata data in dono al genere umano, che è chiamato a coltivarla e custodirla (cfr Gen 2,15). Nelle Sacre Scritture il bello e il buono sono inscindibili.
Come Dio ha posto a disposizione degli uomini il suo creato, così essi trovano la loro piena realizzazione superando l’egoismo e gustando una “bellezza condivisa”. Questo legame dinamico tra Creatore, creatura umana ed altre creature è un’alleanza che non può essere rotta senza danni irrimediabili. Non dobbiamo illuderci «di poter sostituire una bellezza irripetibile e non recuperabile con un’altra creata da noi» (Laudato si’, 34). Il mito di Prometeo, adatto forse ad altre epoche, non lo è più per la nostra. Non di un eroismo titanico abbiamo bisogno, ma di una mite e paziente fratellanza tra di noi e con il creato. La vita e la storia dimostrano, infatti, che non possiamo essere noi stessi senza l’altro e senza gli altri. In un mondo nel quale «tutto è intimamente relazionato» (ibid., 137), occorre individuare nuovi paradigmi pedagogici da promuovere nei processi educativi, finalizzandoli al dialogo tra i saperi e contribuendo a far crescere la cultura della cura. E la cultura della cura è una cultura dell’armonia, è conservare l’armonia, e non una cultura dei dettagli che rompe l’armonia.
Tale cultura, infatti, è strettamente legata a un’educazione inclusiva che poggia sui pilastri dell’ecologia integrale. Di fronte alla ricchezza e complessità del mondo naturale, ogni progetto educativo offre una prospettiva di comprensione volta a sottolineare le interrelazioni tra l’uomo e l’ambiente. Al fine di promuovere uno sviluppo davvero sostenibile, è necessario aprirsi con creatività a itinerari nuovi, più integrati, condivisi, collegati direttamente con le persone e i loro contesti. In questo modo tutti si sentono coinvolti nel contribuire al patto educativo, che tende a formare persone mature, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni. Ogni misura sarà inefficace se non coadiuvata e sostenuta da un processo educativo che favorisca la cura e la protezione della nostra casa comune.
Attraverso i nostri talenti siamo tutti chiamati a costruire il “villaggio globale della cura”, a formare una rete di relazioni umane che respingano ogni forma di discriminazione, violenza e prevaricazione. In questo nostro “villaggio”, l’educazione si fa portatrice di fraternità e generatrice di pace fra i popoli nonché di dialogo tra le religioni.
Cari Carabinieri, cari amici, vi rinnovo il mio apprezzamento per il vostro impegno quotidiano e vi esorto a proseguirlo con coraggio. Benedico tutti voi e i vostri familiari. Vi auguro un buon lavoro; e vi chiedo per favore di pregare per me. Grazie.https://www.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2022/may/documents/20220521-tutela-biodiversita.html
« Последнее редактирование: 22 Мая, 2022, 21:17:35 »

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Re: Новости Ватикана
« Ответ #396 : 22 Мая, 2022, 20:16:44 »
   Дорогие друзья, к сожалению, с мая полная информация сайтом Ватикана https://press.vatican.va/ предлагается без возможности его сразу перевести в браузере гуглхром (в их сайт вставили блокировку на эту встроенную в браузер опцию, о чем рассказано здесь: https://forum.oreola.org/index.php/topic,2998.msg38124.html#msg38124). В то же время в связи с тем, что "избранная информация" на их новостном сайте https://www.vaticannews.va/, где есть и адаптированный русский перевод, существенно урезается и даже порою искажается, считаем правильным и целесообразным впредь предлагать вам лишь текст на языке оригинала. Однако при желании и навыке, вы сумеете самостоятельно найти способы как его перевести, в том числе прямо здесь, на нашей странице, где данная функция работает исправно: нажимаете правой кнопкой на текст, и в меню выбираете "перевести на русский". Такова будет наша ответная мера: просто, но результативно. Спасибо за понимание и просим простить за неудобства, надеемся, что они временные. Пока будем считать, что Ватикан просто негласно поддержал какие-то санкции и проблема будет вскорости устранена его собственными силами, так как это в его же интересах.  Данный вводный текст будет вставляться впредь перед каждой их публикацией, как напоминание причин. 
                       Александр Набабкин-Романюк.
                                                      DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
                                         AI LETTORI DEL SETTIMANALE "FAMIGLIA CRISTIANA"

Aula Paolo VI
Sabato, 21 maggio 2022
Cari fratelli e sorelle, buongiorno e benvenuti!
Ringrazio il Direttore, Don Stefano, per la sua presentazione.
Voi oggi rappresentate la grande famiglia di “Famiglia Cristiana”. Non è un gioco di parole! La rivista cattolica più diffusa d’Italia compie 90 anni: è una nonna, come una brava nonna, che ne ha viste tante e ha acquistato saggezza.
Tutto nasce dallo spirito apostolico del Beato Don Giacomo Alberione: lui immagina una rivista che porti nelle famiglie una visione cristiana della realtà, dell’attualità, dei grandi temi del mondo e della Chiesa. E in questo progetto coinvolge tutta la Famiglia Paolina: i sacerdoti nella direzione e redazione, i religiosi fratelli soprattutto nella fase tecnica della stampa, le suore per la diffusione nelle case, tutti quanti per sensibilizzare nelle parrocchie. Ma la collaborazione si allarga subito a giornalisti ed esperti in tutti i campi.
Don Alberione diceva già nel 1915 ai giovani preti: «Seminare buone idee perché fruttino buone opere: ecco il lavoro che importa. Idee religiose, idee sociali, idee d’economia, idee di virtù, idee d’igiene, eccetera […]. Allorché si conosce che un’idea può far bene, che un fatto può rendere interessante un giornale, sarà utile comunicarli: è un talento che Dio dà: facciamolo fruttificare» (Appunti di Teologia Pastorale, n. 340).
Cari amici, le lettrici e i lettori – cioè voi – sono il vero patrimonio di una rivista come Famiglia Cristiana. E infatti la direzione, la redazione e i giornalisti hanno sempre alimentato il contatto con la gente; un rapporto che va rinnovato anche nella trasformazione digitale che stiamo attraversando. Diceva Don Alberione: «Introdurre il cinema nelle parrocchie e fare abbonamenti ai periodici cattolici. Il giornale cattolico è come una visita di Dio nelle case (Prediche alle Pastorelle, libro VII, 1981, 318).
Questa è sempre stata la linea editoriale principale dei Paolini: essere attenti alle relazioni come chiave della pratica comunicativa, e alle “reti” come luoghi di creazione collaborativa di significati e contenuti; protesi a cercare nuove forme di presenza e di azione, legate non tanto ai mezzi ma piuttosto alla cultura e alla nuova grammatica della comunicazione; e a servizio di tutto il popolo di Dio, specialmente agli uomini e alle donne che abitano le odierne periferie. Questa linea è sempre valida, e naturalmente va aggiornata secondo i grandi orientamenti dell’evangelizzazione; oggi si aprono davanti a noi specialmente due strade: la strada della fraternità e la strada dell’ecologia integrale. Dobbiamo percorrere queste strade, ma il metodo rimane quello: il dialogo e l’ascolto, che permettono di coltivare le relazioni.
A proposito del dialogo, è importante comprendere che esso non è riducibile a uno scambio di dati o di informazioni, e che la relazione con l’altro non è limitabile a una connessione. Questo voi lo sapete bene! Non si può confondere un mero contatto con un segno di dialogo e di interazione, o un semplice scambio di messaggi con una vera comunicazione. Qualcuno mi diceva che l’elenco telefonico è quello che ha più dati e ha più personaggi, ma senza comunicazione, curioso! La comunicazione è un esercizio più profondo, che fa uscire dalla propria autoreferenzialità. Superare l’autoreferenzialità per guardare verso un orizzonte più ampio è indispensabile in questo momento di cambiamento d’epoca. Per conoscere gli interlocutori della sua missione e avvicinarsi ad essi, il comunicatore deve fare un cammino “in uscita”, cambiando, se necessario, atteggiamenti e mentalità. Questa è la via che ci ha mostrato il Concilio Vaticano II, e poi San Paolo VI, San Giovanni Paolo II; ma prima ancora questo è l’esempio dell’apostolo Paolo, che comunicando il Vangelo creava relazioni e faceva comunità.
In questa direzione va chiaramente il tema del prossimo Capitolo Generale dei sacerdoti e dei fratelli discepoli della Società San Paolo:  «Lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare» (Rm 12,2). Chiamati ad essere artigiani di comunione per annunciare profeticamente la gioia del Vangelo nella cultura della comunicazione. Lo inizierete proprio nella Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, giornata voluta da San Paolo VI, del quale ricorre la memoria liturgica nello stesso giorno. Trovandoci oggi qui insieme, preghiamo per questo momento importante di voi Paolini; e preghiamo perché “Famiglia Cristiana” e gli altri vostri periodici, i libri, le attività televisive, multimediali e formative in Italia e nel mondo siano sempre rinnovate secondo il Vangelo con lo zelo dell’apostolo Paolo.
Sempre andare al Vangelo, sempre andare alle radici. E da lì prendere forza per la novità, le radici ti danno il succo per crescere, il Vangelo ti darà la missione e ti darà il messaggio che ti costituisce. Ma state attenti a un pericolo di oggi: purtroppo si confonde l’andare in profondità con l’andare indietro. E una cultura che, invece di andare in profondità, per annunciare va indietro, finisce per conservarsi, per non crescere, per non avere il carisma di una comunicazione. State attenti, nelle vostre riviste: sempre far vedere le radici ma per crescere. E stare attenti a guardare quando c’è qualche movimento “all’indietro” per denunciarlo e dire: questo non è cristiano. L’autore della Lettera agli Ebrei diceva: “Noi non siamo persone che vanno indietro” (cfr 10,39). Andiamo avanti con la forza del Vangelo, con la forza comunicativa che crea comunità; non andare indietro per creare piccoli gruppetti di autoconservazione, che finiranno per trasformare la nostra anima in un pezzo di museo. State attenti a questo.
E concludiamo con una parola di Don Alberione che sintetizza il suo percorso carismatico: «Nessuna più grande ricchezza si può dare a questo mondo povero e orgoglioso che Gesù Cristo – è la ricchezza più grande –. Maria diede al mondo la grazia in Gesù Cristo; continua a offrirlo nei secoli. […] Il mondo ha bisogno di Gesù Cristo, Via, Verità e Vita. Maria lo dà per mezzo degli apostoli e degli apostolati, che Ella suscita, forma, assiste e incorona di frutti e di gloria in cielo». (Abundantes divitiae gratiae suae, 1953, p. 108).
Grazie a tutti di essere venuti! Vi benedico di cuore, e benedico tutti i lettori e le lettrici di “Famiglia Cristiana”, e tutti quelli che lavorano per scriverla, stamparla e diffonderla. E voi non dimenticatevi di pregare per me. Grazie!

https://www.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2022/may/documents/20220521-lettori-famiglia-cristiana.html
« Последнее редактирование: 22 Мая, 2022, 21:16:44 »

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Re: Новости Ватикана
« Ответ #397 : 23 Мая, 2022, 21:32:07 »
          Дорогие друзья, к сожалению, с мая полная информация сайтом Ватикана https://press.vatican.va/ предлагается без возможности его сразу перевести в браузере гуглхром (в их сайт вставили блокировку на эту встроенную в браузер опцию, о чем рассказано здесь: https://forum.oreola.org/index.php/topic,2998.msg38124.html#msg38124). В то же время в связи с тем, что "избранная информация" на их новостном сайте https://www.vaticannews.va/, где есть и адаптированный русский перевод, существенно урезается и даже порою искажается, считаем правильным и целесообразным впредь предлагать вам лишь текст на языке оригинала. Однако при желании и навыке, вы сумеете самостоятельно найти способы как его перевести, в том числе прямо здесь, на нашей странице, где данная функция работает исправно: нажимаете правой кнопкой на текст, и в меню выбираете "перевести на русский". Такова будет наша ответная мера: просто, но результативно. Спасибо за понимание и просим простить за неудобства, надеемся, что они временные. Пока будем считать, что Ватикан просто негласно поддержал какие-то санкции и проблема будет вскорости устранена его собственными силами, так как это в его же интересах.  Данный вводный текст будет вставляться впредь перед каждой их публикацией, как напоминание причин.                    
   Александр Набабкин-Романюк.

                                                                   PAPA FRANCESCO
                                                                        REGINA CAELI               
Piazza San Pietro
Domenica, 22 maggio 2022

Cari fratelli e sorelle, buona domenica!
Nel Vangelo della Liturgia di oggi Gesù, dando l’addio ai suoi discepoli durante l’ultima cena, dice, quasi come una sorta di testamento: «Vi lascio la pace». E subito aggiunge: «Vi do la mia pace» (Gv 14,27). Soffermiamoci su queste brevi frasi.
Anzitutto vi lascio la pace. Gesù si congeda con parole che esprimono affetto e serenità, ma lo fa in un momento tutt’altro che sereno. Giuda è uscito per tradirlo, Pietro sta per rinnegarlo, e quasi tutti per abbandonarlo: il Signore lo sa, eppure non rimprovera, non usa parole severe, non fa discorsi duri. Anziché mostrare agitazione, rimane gentile fino alla fine. Un proverbio dice che si muore così come si è vissuto. Le ultime ore di Gesù sono in effetti come l’essenza di tutta la sua vita. Prova paura e dolore, ma non dà spazio al risentimento e alla protesta. Non si lascia andare all’amarezza, non si sfoga, non è insofferente. È in pace, una pace che viene dal suo cuore mite, abitato dalla fiducia. E da qui sgorga la pace che Gesù ci lascia. Perché non si può lasciare agli altri la pace se non la si ha in sé. Non si può dare pace se non si è in pace.
Vi lascio la pace: Gesù dimostra che la mitezza è possibile. Lui l’ha incarnata proprio nel momento più difficile; e desidera che ci comportiamo così anche noi, che siamo gli eredi della sua pace. Ci vuole miti, aperti, disponibili all’ascolto, capaci di disinnescare le contese e di tessere concordia. Questo è testimoniare Gesù e vale più di mille parole e di tante prediche. La testimonianza di pace. Chiediamoci se, nei luoghi dove viviamo, noi discepoli di Gesù ci comportiamo così: allentiamo le tensioni, spegniamo i conflitti? Siamo anche noi in attrito con qualcuno, sempre pronti a reagire, a esplodere, o sappiamo rispondere con la non violenza, sappiamo rispondere con gesti e parole di pace? Come reagisco io? Ognuno se lo domandi.
Certo, questa mitezza non è facile: quanta fatica si fa, ad ogni livello, a disinnescare i conflitti! Qui ci viene in aiuto la seconda frase di Gesù: vi do la mia pace. Gesù sa che da soli non siamo in grado di custodire la pace, che ci serve un aiuto, un dono. La pace, che è impegno nostro, è prima di tutto dono di Dio. Gesù infatti dice: «Vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi» (v. 27). Che cos’è questa pace che il mondo non conosce e il Signore ci dona? Questa pace è lo Spirito Santo, lo stesso Spirito di Gesù. È la presenza di Dio in noi, è “la forza di pace” di Dio. È Lui, lo Spirito Santo, che disarma il cuore e lo riempie di serenità. È Lui, lo Spirito Santo, che scioglie le rigidità e spegne le tentazioni di aggredire gli altri. È Lui, lo Spirito Santo, a ricordarci che accanto a noi ci sono fratelli e sorelle, non ostacoli e avversari. È Lui, lo Spirito Santo, che ci dà la forza di perdonare, di ricominciare, di ripartire, perché con le nostre forze non possiamo. Ed è con Lui, con lo Spirito Santo, che si diventa uomini e donne di pace.
Cari fratelli e sorelle, nessun peccato, nessun fallimento, nessun rancore deve scoraggiarci dal domandare con insistenza il dono dello Spirito Santo che ci dà la pace. Più sentiamo che il cuore è agitato, più avvertiamo dentro di noi nervosismo, insofferenza, rabbia, più dobbiamo chiedere al Signore lo Spirito della pace. Impariamo a dire ogni giorno: “Signore, dammi la tua pace, dammi lo Spirito Santo”. È una bella preghiera. La diciamo insieme? “Signore, dammi la tua pace, dammi lo Spirito Santo”. Non ho sentito bene, un’altra volta: “Signore, dammi la tua pace, dammi lo Spirito Santo”. E chiediamolo anche per chi vive accanto a noi, per chi incontriamo ogni giorno, e per i responsabili delle Nazioni.
La Madonna ci aiuti ad accogliere lo Spirito Santo per essere operatori di pace.
______________________________


Dopo il Regina Caeli
Cari fratelli e sorelle!
Oggi pomeriggio, a Lione, sarà beatificata Paolina Maria Jaricot, fondatrice dell’Opera della Propagazione della Fede, per il sostegno alle missioni. Questa fedele laica, vissuta nella prima metà dell’Ottocento, è stata una donna coraggiosa, attenta ai cambiamenti dei tempi con una visione universale della missione della Chiesa. Il suo esempio susciti in tutti il desiderio di partecipare, con la preghiera e la carità, alla diffusione del Vangelo nel mondo. Un applauso alla nuova Beata!
Oggi inizia la Settimana Laudato si’, per ascoltare sempre più attentamente il grido della Terra, che ci sprona ad agire insieme nel prenderci cura della casa comune. Ringrazio il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e le numerose organizzazioni aderenti, e invito tutti a partecipare.
Martedì prossimo ricorre la memoria della Beata Vergine Maria Aiuto dei Cristiani, particolarmente sentita dai cattolici in Cina, che venerano l’Ausiliatrice come loro Patrona, nel Santuario di Sheshan a Shanghai, in numerose chiese del Paese e nelle loro case. La lieta circostanza mi offre l’occasione per rinnovare loro l’assicurazione della mia vicinanza spirituale; seguo con attenzione e partecipazione la vita e le vicende di fedeli e pastori, spesso complesse, e prego ogni giorno per loro. Vi invito ad unirvi in questa preghiera, affinché la Chiesa in Cina, in libertà e tranquillità, possa vivere in comunione effettiva con la Chiesa universale ed esercitare la sua missione di annuncio del Vangelo a tutti, offrendo così anche un positivo contributo al progresso spirituale e materiale della società.
E saluto tutti voi, romani e pellegrini dell’Italia e di tanti Paesi. In particolare, saluto i fedeli di Spagna, Portogallo, Francia, Belgio, Polonia e Portorico; i sacerdoti dell’Ecuador; la comunità Emmaus di Foggia; i volontari del Soccorso di Saint-Pierre (Aosta), gli studenti di Verona e i ragazzi di Sombreno, diocesi di Bergamo.
Saluto quanti hanno partecipato a Roma alla manifestazione nazionale “Scegliamo la Vita”. Vi ringrazio per il vostro impegno a favore della vita e in difesa dell’obiezione di coscienza, il cui esercizio si tenta spesso di limitare. Purtroppo, negli ultimi anni c’è stato un mutamento della mentalità comune e oggi siamo sempre più portati a pensare che la vita sia un bene a nostra totale disposizione, che possiamo scegliere di manipolare, far nascere o morire a nostro piacimento, come l’esito esclusivo di una scelta individuale. Ricordiamo che la vita è un dono di Dio! Essa è sempre sacra e inviolabile, e non possiamo far tacere la voce della coscienza.
Buona domenica a tutti voi! Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci.
https://www.vatican.va/content/francesco/it/angelus/2022/documents/20220522-regina-caeli.html
« Последнее редактирование: 23 Мая, 2022, 21:39:15 »

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« Ответ #398 : 23 Мая, 2022, 21:55:02 »
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Udienza ai Volontari del Servizio Nazionale di Protezione Civile
23.05.2022
Questa mattina, nel Palazzo Apostolico Vaticano, Papa Francesco ha ricevuto in Udienza i Volontari del Servizio Nazionale di Protezione Civile e ha rivolto loro il discorso che riportiamo di seguito:
Discorso del Santo Padre
Cari fratelli e sorelle, buongiorno e benvenuti!
Ringrazio il Presidente per le parole di saluto che mi ha rivolto a nome di tutto il servizio nazionale della Protezione Civile. So quanto è benemerita la vostra opera e mi piace ricordare quanto bene avete fatto durante la recente pandemia, soprattutto nelle sue fasi più acute. Vi siete resi disponibili per aiutare le famiglie più fragili; avete svolto servizi di accompagnamento e sicurezza verso anziani e persone vulnerabili; avete assistito tanti che erano malati, poveri o soli a casa. Avete sostenuto la campagna di vaccinazione con competenza e gratuità attraverso l’azione di volontari. Ugualmente non è mancato il vostro impegno per l’assistenza umanitaria e l’accoglienza in Italia dei profughi provenienti dall’Ucraina, specialmente donne e bambini fuggiti da questa guerra assurda. Grazie per quello che avete fatto e che continuate a fare nel silenzio. Il bene non fa rumore ma costruisce il mondo.
Vorrei condividere con voi tre spunti di riflessione e di azione, suggeriti dalla parola che ispira il vostro servizio: protezione. Voi siete posti a protezione delle persone più esposte a pericoli e fragilità. Si tratta di una missione che ricorda quella del Buon Samaritano del Vangelo (cfr Lc 10,29-37). Dedicate tempo, vi prendete cura e offrite competenze e servizi. Quando questo avviene, la società ne esce migliorata. Il verbo “proteggere” indica il prendersi cura del fratello verso il fratello, una fraternità concreta, il custodire la vita, preservarla, vigilare su di essa. La “protezione civile” che voi garantite mi fa pensare a questi tre aspetti.
La prima protezione di cui abbiamo bisogno è quella che ci preserva dall’isolamento sociale: proteggere per non cadere nell’isolamento sociale. È un modo molto importante di dare voce alla speranza. Non dimentichiamo che «la recente pandemia ci ha permesso di recuperare e apprezzare tanti compagni e compagne di viaggio che, nella paura, hanno reagito donando la propria vita. Siamo stati capaci di riconoscere che le nostre vite sono intrecciate e sostenute da persone ordinarie che, senza dubbio, hanno scritto gli avvenimenti decisivi della nostra storia condivisa […]. Hanno capito che nessuno si salva da solo» (Enc. Fratelli tutti, 54).
In questa descrizione trovo anche il vostro impegno e la vostra testimonianza. Davvero non ci si salva da soli. Abbiamo bisogno di capire e di vedere che la nostra vita dipende da quella degli altri e che il bene è contagioso. Farsi prossimo dei fratelli ci rende migliori, più disponibili e solidali. E nello stesso tempo la nostra società diventa un po’ più vivibile. Nella misura in cui questi atteggiamenti crescono e si connettono in uno stile di cittadinanza solidale, allora davvero costruiscono una “protezione civile”. Le emergenze di questi anni, legate all’accoglienza dei profughi che fuggono da guerre o da cambiamenti climatici, ricordano quanto sia importante incontrare qualcuno che tende la mano, che offre un sorriso, che spende tempo in modo gratuito, che fa sentire a casa. Ogni guerra segna una resa nei confronti della capacità umana di proteggere. Una smentita di ciò che sta scritto nei solenni impegni delle Nazioni Unite. Perciò San Paolo VI, parlando all’ONU, proclamò: «Mai più la guerra!» (4 ottobre 1965). Lo ripetiamo oggi davanti a ciò che accade in Ucraina, e proteggiamo il sogno di pace della gente, il sacro diritto dei popoli alla pace.
La seconda protezione da promuovere è quella dai disastri ambientali – ho conosciuto lui [il Presidente] proprio in terra terremotata –. Ho spesso ricordato un antico detto spagnolo che recita: «Dio perdona sempre, gli uomini perdonano ogni tanto, la natura non perdona mai». I cambiamenti climatici del nostro tempo hanno moltiplicato gli eventi atmosferici estremi, con conseguenze drammatiche per le popolazioni civili. L’impatto è catastrofico per persone che perdono la casa a motivo di esondazioni dei corsi d’acqua, di trombe d’aria, di dissesti idrogeologici. La terra grida! Quando forziamo la mano, la natura mostra il suo volto crudele e l’uomo è schiacciato, costretto a gridare la sua paura. L’intervento della Protezione Civile è stato fondamentale anche in caso di terremoti, a testimonianza della vocazione a proteggere le persone colpite da simili tragedie. La protezione è segno di cura per il territorio che abitate: siete presidio per salvare vite umane e per promuovere le comunità. Siamo chiamati a proteggere il mondo e non a depredarlo.
La terza protezione avviene attraverso la prevenzione. «Ciascuno ama e cura con speciale responsabilità la propria terra e si preoccupa per il proprio Paese, così come ciascuno deve amare e curare la propria casa perché non crolli, dato che non lo faranno i vicini. Anche il bene del mondo richiede che ognuno protegga e ami la propria terra» (Fratelli tutti, 143). La prevenzione si può realizzare coinvolgendo i vari soggetti responsabili dell’amministrazione di un territorio. Occorre formare le coscienze perché i beni comuni non siano abbandonati o vadano solo a vantaggio di pochi. E vigilare perché eventi avversi non scatenino disastri irreparabili sulla gente. In senso positivo, è importante educare alla bellezza, a custodire storie di vita e tradizioni, culture ed esperienze sociali. Facendo questo, voi diventate artigiani di speranza, quella virtù che «è audace, sa guardare oltre la comodità personale, le piccole sicurezze e compensazioni che restringono l’orizzonte, per aprirsi a grandi ideali che rendono la vita più bella e dignitosa» (ibid., 55).
Proteggere è dunque prendersi cura. Sappiamo farlo con tenerezza solo se riconosciamo che noi per primi siamo custoditi. Dio è Padre, si prende cura di noi e non ci lascia mancare il suo amore. Il profeta Isaia ricorda che Dio ci ha disegnato «sulle palme delle sue mani» (49,16). Non abbandona mai, sempre prende per mano e accompagna, protegge e sostiene. Anche un Salmo ci ricorda che «il Signore protegge i piccoli» (116,6). Se ci sentiamo custoditi da Lui, impariamo una generosa protezione verso i fratelli e le sorelle, come ci insegnano tanti esempi di santi e sante.
E non vorrei finire senza sottolineare una parola: volontariato. Voi siete volontari. Io ho trovato tre cose in Italia che non ho visto da altre parti. Una di queste tre cose è il forte volontariato del popolo italiano, la forte vocazione al volontariato. È un tesoro: custoditelo! È un tesoro culturale vostro, custoditelo bene!
Cari amici, vi incoraggio a continuare la vostra opera di bene tra i più bisognosi, secondo la testimonianza luminosa del vostro patrono San Pio da Pietrelcina. Vi accompagno nella preghiera, benedico tutti voi e le vostre famiglie. E vi chiedo, per favore, di pregare per me, perché questo lavoro non è facile! Grazie.
https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2022/05/23/0386/00805.html
« Последнее редактирование: 23 Мая, 2022, 21:57:59 »

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Re: Новости Ватикана
« Ответ #399 : 25 Мая, 2022, 21:04:23 »
Дорогие друзья, к сожалению, с мая полная информация сайтом Ватикана https://press.vatican.va/ предлагается без возможности его сразу перевести в браузере гуглхром (в их сайт вставили блокировку на эту встроенную в браузер опцию, о чем рассказано здесь: https://forum.oreola.org/index.php/topic,2998.msg38124.html#msg38124). В то же время в связи с тем, что "избранная информация" на их новостном сайте https://www.vaticannews.va/, где есть и адаптированный русский перевод, существенно урезается и даже порою искажается, считаем правильным и целесообразным впредь предлагать вам лишь текст на языке оригинала. Однако при желании и навыке, вы сумеете самостоятельно найти способы как его перевести, в том числе прямо здесь, на нашей странице, где данная функция работает исправно: нажимаете правой кнопкой на текст, и в меню выбираете "перевести на русский". Такова будет наша ответная мера: просто, но результативно. Спасибо за понимание и просим простить за неудобства, надеемся, что они временные. Пока будем считать, что Ватикан просто негласно поддержал какие-то санкции и проблема будет вскорости устранена его собственными силами, так как это в его же интересах.  Данный вводный текст будет вставляться впредь перед каждой их публикацией, как напоминание причин.                                
Александр Набабкин-Романюк.



                                                                     PAPA FRANCESCO
                                                                   UDIENZA GENERALE

Piazza San Pietro
Mercoledì, 25 maggio 2022
Catechesi sulla Vecchiaia - 11. Qoelet: la notte incerta del senso e delle cose della vita
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Nella nostra riflessione sulla vecchiaia – continuiamo a riflettere sulla vecchiaia –, oggi ci confrontiamo con il Libro di Qoelet, un altro gioiello incastonato nella Bibbia. A una prima lettura questo breve libro colpisce e lascia sconcertati per il suo celebre ritornello: «Tutto è vanità», tutto è vanità: il ritornello che va e viene; tutto è vanità, tutto è “nebbia”, tutto è “fumo”, tutto è “vuoto”. Stupisce trovare queste espressioni, che mettono in discussione il senso dell’esistenza, dentro la Sacra Scrittura. In realtà, la continua oscillazione di Qoelet tra senso e non-senso è la rappresentazione ironica di una conoscenza della vita che si distacca dalla passione per la giustizia, della quale è garante il giudizio di Dio. E la conclusione del Libro indica la via d’uscita dalla prova: «Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché qui sta tutto l’uomo» (12,13). Questo è il consiglio per risolvere questo problema.
Di fronte a una realtà che, in certi momenti, ci sembra ospitare tutti i contrari, riservando loro comunque lo stesso destino, che è quello di finire nel nulla, la via dell’indifferenza può apparire anche a noi l’unico rimedio ad una dolorosa disillusione. Sorgono in noi domande come queste: I nostri sforzi hanno forse cambiato il mondo? Qualcuno è forse capace di far valere la differenza del giusto e dell’ingiusto? Sembra che tutto questo è inutile: perché fare tanti sforzi?
È una specie di intuizione negativa che può presentarsi in ogni stagione della vita, ma non c’è dubbio che la vecchiaia rende quasi inevitabile questo appuntamento col disincanto. Il disincanto, nella vecchiaia, viene. E dunque la resistenza della vecchiaia agli effetti demoralizzanti di questo disincanto è decisiva: se gli anziani, che hanno ormai visto di tutto, conservano intatta la loro passione per la giustizia, allora c’è speranza per l’amore, e anche per la fede. E per il mondo contemporaneo è diventato cruciale il passaggio attraverso questa crisi, crisi salutare, perché? Perché una cultura che presume di misurare tutto e manipolare tutto finisce per produrre anche una demoralizzazione collettiva del senso, una demoralizzazione dell’amore, una demoralizzazione anche del bene.
Questa demoralizzazione ci toglie la voglia di fare. Una presunta “verità”, che si limita a registrare il mondo, registra anche la sua indifferenza agli opposti e li consegna, senza redenzione, al flusso del tempo e al destino del niente. In questa sua forma – ammantata di scientificità, ma anche molto insensibile e molto amorale – la moderna ricerca della verità è stata tentata di congedarsi totalmente dalla passione per la giustizia. Non crede più al suo destino, alla sua promessa, al suo riscatto.
Per la nostra cultura moderna, che alla conoscenza esatta delle cose vorrebbe consegnare praticamente tutto, l’apparizione di questa nuova ragione cinica – che somma conoscenza e irresponsabilità – è un contraccolpo durissimo. Infatti, la conoscenza che ci esonera dalla moralità sembra dapprima una fonte di libertà, di energia, ma ben presto si trasforma in una paralisi dell’anima.
Qoelet, con la sua ironia, smaschera già questa tentazione fatale di una onnipotenza del sapere – un “delirio di onniscienza” – che genera un’impotenza della volontà. I monaci della più antica tradizione cristiana avevano identificato con precisione questa malattia dell’anima, che improvvisamente scopre la vanità della conoscenza senza fede e senza morale, l’illusione della verità senza giustizia. La chiamavano “accidia”. E questa è una delle tentazioni di tutti, anche dei vecchi, ma è di tutti. Non è semplicemente la pigrizia: no, è di più. Non è semplicemente la depressione: no. Piuttosto, l’accidia è la resa alla conoscenza del mondo senza più passione per la giustizia e per l’azione conseguente.
Il vuoto di senso e di forze aperto da questo sapere, che respinge ogni responsabilità etica e ogni affetto per il bene reale, non è innocuo. Non toglie soltanto le forze alla volontà del bene: per contraccolpo, apre la porta all’aggressività delle forze del male. Sono le forze di una ragione impazzita, resa cinica da un eccesso di ideologia. Di fatto, con tutto il nostro progresso, con tutto il nostro benessere, siamo davvero diventati “società della stanchezza”. Pensate un po’ a questo: siamo la società della stanchezza! Dovevamo produrre benessere diffuso e tolleriamo un mercato scientificamente selettivo della salute. Dovevamo porre un limite invalicabile alla pace, e vediamo susseguirsi guerre sempre più spietate verso persone inermi. La scienza progredisce, naturalmente, ed è un bene. Ma la sapienza della vita è tutta un’altra cosa, e sembra in stallo.
Infine, questa ragione an-affettiva e ir-responsabile toglie senso ed energie anche alla conoscenza della verità. Non è un caso che la nostra sia la stagione delle fake news, delle superstizioni collettive e delle verità pseudo-scientifiche. È curioso: in questa cultura del sapere, di conoscere tutte le cose, anche della precisione del sapere, si sono diffuse tante stregonerie, ma stregonerie colte. È stregoneria con certa cultura ma che ti porta a una vita di superstizione: da una parte, per andare avanti con intelligenza nel conoscere le cose fino alle radici; dall’altra parte, l’anima che ha bisogno di un’altra cosa e prende la strada delle superstizioni e finisce nelle stregonerie. La vecchiaia può imparare dalla saggezza ironica di Qoelet l’arte di portare alla luce l’inganno nascosto nel delirio di una verità della mente priva di affetti per la giustizia. Gli anziani ricchi di saggezza e di umorismo fanno tanto bene ai giovani! Li salvano dalla tentazione di una conoscenza del mondo triste e priva di sapienza della vita. E anche, questi anziani riportano i giovani alla promessa di Gesù: «Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati» (Mt 5,6). Saranno loro a seminare fame e sete di giustizia nei giovani. Coraggio, tutti noi anziani: coraggio e avanti! Noi abbiamo una missione molto grande nel mondo. Ma, per favore, non bisogna cercare rifugio in questo idealismo un po’ non concreto, non reale, senza radici – diciamolo chiaramente: nelle stregonerie della vita.


https://www.vatican.va/content/francesco/it/audiences/2022/documents/20220525-udienza-generale.html
« Последнее редактирование: 25 Мая, 2022, 21:07:11 »