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Автор Тема: Новости Ватикана  (Прочитано 55699 раз)

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Re: Новости Ватикана
« Ответ #405 : 30 Мая, 2022, 21:37:27 »
             Дорогие друзья, к сожалению, с мая полная информация сайтом Ватикана https://press.vatican.va/ предлагается без возможности его сразу перевести в браузере гуглхром (в их сайт вставили блокировку на эту встроенную в браузер опцию, о чем рассказано здесь: https://forum.oreola.org/index.php/topic,2998.msg38124.html#msg38124). В то же время в связи с тем, что "избранная информация" на их новостном сайте https://www.vaticannews.va/, где есть и адаптированный русский перевод, существенно урезается и даже порою искажается, считаем правильным и целесообразным впредь предлагать вам лишь текст на языке оригинала. Однако при желании и навыке, вы сумеете самостоятельно найти способы как его перевести, в том числе прямо здесь, на нашей странице, где данная функция работает исправно: нажимаете правой кнопкой на текст, и в меню выбираете "перевести на русский". Такова будет наша ответная мера: просто, но результативно. Спасибо за понимание и просим простить за неудобства, надеемся, что они временные. Пока будем считать, что Ватикан просто негласно поддержал какие-то санкции и проблема будет вскорости устранена его собственными силами, так как это в его же интересах.  Данный вводный текст будет вставляться впредь перед каждой их публикацией, как напоминание причин.   
                       Александр Набабкин-Романюк.

Udienza alla Delegazione del B’nai B’rith International, 30.05.2022
Questa mattina, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza una Delegazione del B’nai B’rith International.
Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha rivolto ai presenti all’Udienza:
Discorso del Santo Padre
Cari amici!
Sono lieto di accogliere nuovamente una delegazione ebraica, dopo che la pandemia ha impedito molte visite negli ultimi due anni. La vostra istituzione, invece, ha una lunga storia di contatti con la Santa Sede, fin dai tempi della pubblicazione della Dichiarazione conciliare Nostra aetate.
In tutto questo tempo vi siete prodigati nel lavoro umanitario. Le persone bisognose hanno diritto all’aiuto e alla solidarietà da parte della comunità che le circonda, hanno diritto soprattutto alla speranza. E se il dovere di prendersene cura riguarda tutti, esso vale ancora di più per noi, ebrei e cristiani: per noi aiutare i bisognosi significa pure mettere in pratica la volontà dell’Altissimo, che, dice il Salmo, «protegge i forestieri, sostiene l’orfano e la vedova» (Sal 146,9), cioè ha cura delle categorie sociali più deboli, delle persone più emarginate.
Soccorrere gli ultimi, i poveri, i malati: è questa la via più concreta per promuovere una maggiore fraternità. Infatti, pensando a tanti conflitti e a pericolosi estremismi, che mettono a repentaglio la sicurezza di tutti, si deve osservare che spesso il più grande fattore di rischio è rappresentato dalla povertà materiale, educativa, spirituale, che diventa terreno fertile per alimentare odio, rabbia, frustrazione e radicalismo.
Cari amici, viviamo in un’epoca in cui la pace è minacciata in molte parti del mondo: prospettive particolariste e nazionaliste, sospinte da interessi egoistici e da avidità di guadagno, sembrano voler sempre più prendere il sopravvento. Ma ciò accresce il rischio che, alla fine, a perdere e venire calpestata sia solo la dignità umana. Per prevenire l’escalation del male, è importante fare memoria del passato, fare memoria delle guerre, fare memoria della Shoah, e di tante altre atrocità.
La nostra memoria spirituale comune, attestata dalle pagine della Scrittura sacra, ci riporta al primo atto di violenza, a Caino che uccide il fratello Abele. «Allora il Signore disse a Caino: “Dov’è Abele, tuo fratello?”. Egli rispose: “Non lo so. Sono forse io il custode di mio fratello?”» (Gen 4,9). Caino nega di sapere dov’è il fratello che ha appena ucciso con le proprie mani, non gli importa di lui: la violenza ha sempre come compagne la menzogna e l’indifferenza.
Dov’è tuo fratello? Lasciamoci provocare da questa domanda, ripetiamocela spesso. Non possiamo sostituire il sogno divino, fatto di un mondo di fratelli, con un mondo di figli unici, violenti e indifferenti. Di fronte alla violenza, di fronte all’indifferenza, le pagine sacre ci riportano al volto del fratello, alla “sfida del tu”. La fedeltà a quello che siamo, alla nostra umanità, si misura qui: si misura sulla fraternità, si misura sul volto dell’altro.
A questo proposito colpiscono, nella Bibbia, le grandi domande che l’Onnipotente rivolge all’uomo fin dalle origini. Se a Caino chiede: Dov’è tuo fratello?, ad Adamo aveva domandato: «Dove sei?» (Gen 3,9). I dove si collegano: non si può ritrovare sé stessi senza cercare il fratello, non si può trovare l’Eterno senza abbracciare il prossimo.
In questo è bene che ci aiutiamo, perché in ognuno di noi, in ogni tradizione religiosa, così come in ogni società umana, c’è sempre il rischio di covare rancori e alimentare contese contro gli altri, e di farlo in nome di principi assoluti e persino sacri. È la tentazione menzognera della violenza, è il male accovacciato alla porta del cuore (cfr Gen 4,7). È l’inganno secondo cui con la violenza e con la guerra si risolvono le contese. Invece, la violenza genera sempre altra violenza, le armi producono morte e la guerra non è mai la soluzione ma un problema, una sconfitta.
Per questo – dice ancora il racconto della Genesi – «il Signore impose a Caino un segno, perché nessuno, incontrandolo, lo colpisse» (v. 15). Ecco la logica del Cielo: spezzare il circolo della violenza, la spirale dell’odio, e cominciare a proteggere l’altro, ogni altro. Vi auguro di proseguire con questo intento, di continuare a custodire le sorelle e i fratelli, in particolare i più fragili e i dimenticati. Lo possiamo fare insieme: possiamo lavorare a favore degli ultimi, della pace, della giustizia, della tutela del creato.
Sempre mi è stato a cuore promuovere e approfondire il dialogo ebraico-cattolico – già da ragazzino, perché a scuola avevo compagni ebrei –, un dialogo fatto di volti che si incontrano, di gesti concreti di fraternità. Andiamo avanti insieme, sulla base di valori spirituali condivisi, per difendere la dignità umana contro ogni violenza, per ricercare la pace. Ci benedica l’Onnipotente, affinché la nostra amicizia cresca e possiamo adoperarci insieme per il bene comune. Grazie, shalom!

https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2022/05/30/0409/00846.html
« Последнее редактирование: 30 Мая, 2022, 21:40:53 »

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Re: Новости Ватикана
« Ответ #406 : 30 Мая, 2022, 21:52:29 »
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Udienza ai partecipanti ai Capitoli Generali dei Poveri Servi e delle Povere Serve della Divina Provvidenza (Don Calabria), 30.05.2022Questa mattina, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza i partecipanti e le partecipanti ai Capitoli Generali dei Poveri Servi e delle Povere Serve della Divina Provvidenza (Don Calabria).

Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha rivolto ai presenti all’Udienza:
Discorso del Santo Padre

Cari fratelli e sorelle, buongiorno e benvenuti!
Sono contento di incontrarvi in occasione dei vostri Capitoli Generali. Rivolgo a ciascuno e a ciascuna il mio saluto cordiale. Al Superiore Generale – che ringrazio per le sue parole – e alla Superiora Generale, con i rispettivi consigli, auguro un sereno e proficuo servizio.
Avete concluso i lavori capitolari, che avevano questo tema: La profezia della comunione. E mi pare che avete voluto metterlo in pratica già nell’impostazione di queste giornate. La nostra comunione nasce e si alimenta prima di tutto nel rapporto con Dio Trinità – l’abbiamo meditato con i testi di San Giovanni in questo tempo pasquale –; e si manifesta poi concretamente nella fraternità, nello spirito di famiglia, che è tipico anche del vostro carisma, e nello stile sinodale che avete abbracciato in piena sintonia con il cammino di tutta la Chiesa. Grazie di questo, è coraggioso, grazie! È bello vedere le due Congregazioni religiose insieme, con la presenza di alcuni laici che hanno partecipato attivamente ai Capitoli rafforzando la loro identità e la loro appartenenza. Anche questo è profezia di comunione.
Secondo il vostro carisma, siate chiamati a ravvivare nel mondo la fede in Dio Padre e l’abbandono filiale alla sua provvidenza. È bello questo! Quando contempliamo Gesù nella sua vita pubblica, nella sua predicazione, anche nei suoi colloqui con i discepoli, vediamo che nel suo cuore c’era al primo posto questo desiderio: far conoscere il Padre, far sentire la sua bontà. Gesù viveva così, pienamente immerso nella volontà del Padre, e tutta la sua missione era finalizzata a farci entrare in questa relazione filiale, che ha come tratto essenziale la fiducia nella Provvidenza: che il Padre ci conosce meglio di noi stessi e sa meglio di noi ciò di cui abbiamo bisogno. Bene, voi siete stati “affascinati” da questa dimensione essenziale del mistero di Cristo. Sulle orme di San Giovanni Calabria avete scelto di farlo vostro e testimoniarlo, e volete farlo specialmente in compagnia dei più poveri, degli ultimi, degli scartati della società, che sono le vostre “perle”, come li chiamava lui, il vostro Fondatore.
Don Calabria, come tutti i santi, è stato un profeta. Vi ha lasciato una grande eredità e dovete custodirla. Il cammino che avete fatto e state facendo non è altro che rileggere oggi il percorso che Dio ha indicato a lui: un uomo inserito nella Chiesa del suo tempo, che ha saputo rispondere ai bisogni andando alle periferie, per manifestare il volto paterno e materno di Dio. Rileggerlo con fedeltà creativa, cercando nuovi sentieri perché si realizzi il “sogno di Dio” sulle vostre comunità religiose. Riprenderlo e rileggerlo.
Direi che coltivare insieme ai poveri la fiducia nella provvidenza divina vi rende artigiani di una “cultura della provvidenza”. Questo è molto importante! Non va perduta questa dimensione, questa cultura della provvidenza che vedo come antidoto rispetto alla cultura dell’indifferenza, purtroppo diffusa nelle società del cosiddetto benessere. Infatti, la spiritualità cristiana della provvidenza non è fatalismo, non vuol dire aspettare che piovano dal cielo le soluzioni ai problemi e i beni di cui abbiamo bisogno. No. Al contrario, significa cercare di assomigliare, nello Spirito Santo, al nostro Padre celeste nel prenderci cura delle sue creature, specialmente di quelle più fragili, più piccole; significa condividere con gli altri il poco che abbiamo perché a nessuno manchi il necessario. È l’atteggiamento della cura, più che mai necessario per contrastare quello dell’indifferenza.
Vorrei sottolineare ancora l’aspetto della condivisione perché mi sembra faccia parte essenziale della “profezia della comunione”, sulla quale volete camminare insieme. E lo faccio ricordando l’esempio che ci hanno dato i nostri vecchi, i nostri nonni. Per loro, quando capitava a casa un ospite all’improvviso, o quando una persona povera bussava in cerca di aiuto, era normale condividere un piatto di minestra, o di polenta. Questo era un modo molto concreto di vivere la Provvidenza, come condivisione. Non dobbiamo idealizzare quel mondo, e nemmeno rifugiarci in sterili nostalgie, ma recuperare certi valori sì: la mentalità di chi spezza il pane benedicendo Dio Padre, fiducioso che quel pane basterà per noi e per il prossimo che ne ha bisogno. Così ci ha insegnato Gesù Cristo nel miracolo della condivisione – e non moltiplicazione – dei pani e dei pesci. Oggi c’è bisogno di cristiani che servano la Provvidenza praticando la condivisione. E questo apertamente e con sincerità, non come Anania e Saffira (cfr Atti degli Apostoli 5,1-11), no, apertamente.
Cari fratelli e sorelle, San Giovanni Calabria, con il suo esempio e la sua intercessione, vi guida su questa strada. Mi raccomando, non ripiegatevi su voi stessi, nell’autoreferenzialità. Cercate di aprirvi sempre più ad accogliere la novità e lo stile che Dio vi ha ispirato e sogna per voi. La mentalità sinodale e fraterna impregni il servizio dell’autorità delle vostre Congregazioni e dell’intera famiglia calabriana.
Le periferie geografiche ed esistenziali a cui il Signore vi invia sono il campo dove annunciare l’amore provvidente del Padre attraverso una sovrabbondante misericordia, manifestando la tenerezza del volto di Dio senza pregiudizi ed esclusioni. Amare i poveri facendovi poveri.
Vi incoraggio a valorizzare la ricchezza delle diverse vocazioni che avete all’interno della vostra famiglia: religiosi, religiose e laici, nella comunione delle differenze e vivendo l’unica vocazione battesimale con radicalità ed entusiasmo.
Possiate sentirvi portatori di un carisma che è un dono per la Chiesa, e che cresce nella misura in cui lo vivete e lo condividete. Questo vi dà gioia: dare la vostra testimonianza con semplicità, con umiltà ma con coraggio, senza mediocrità; e soprattutto direi con grande senso di umanità. Ce n’è tanto bisogno, di umanità! E anche fra voi, nelle vostre comunità. Trovo che una cosa molto brutta, nelle comunità, è quando manca questa dimensione di umanità. E una delle cose che distrugge questa comunione umana, di umanità, è il chiacchiericcio: per favore, state attenti. Mai sparlare gli uni degli altri. Se tu hai un problema con una sorella o un fratello, vai e diglielo in faccia. E se non puoi dirglielo in faccia, mandalo giù. Ma non andare seminando inquietudini che fanno male e distruggono. Il chiacchiericcio è un veleno mortale. E tante volte è di moda, nelle comunità. No, da voi è sicuro che non succede! Ma lo dico perché stiate attenti. Sarebbe bello che da questo Capitolo ci fosse in ognuno di voi la determinazione di mai chiacchierare dell’altro o dell’altra, mai. Se ho un problema lo dico in faccia. “No, non si può perché è un po’ nevrotica, un po’ nevrotico…”. Allora dillo al superiore o alla superiora, che può porre rimedio, ma non andare seminando inquietudini che fanno male. Che sia un bel proposito: niente chiacchiericcio.
Vi ringrazio di essere venuti e vi auguro un buon cammino: di essere profezia di comunione testimoniando il Vangelo della Provvidenza, nella condivisione con i più poveri, contrastando la cultura dello scarto e dell’indifferenza. La Madonna, che per eccellenza è la povera serva della provvidenza di Dio, vi accompagni e vi protegga. Vi benedico di cuore. Per favore, vi chiedo di pregare per me, perché anch’io ne ho bisogno. Grazie.
[Benedizione]

https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2022/05/30/0410/00848.html
« Последнее редактирование: 30 Мая, 2022, 21:56:12 »

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« Ответ #407 : 30 Мая, 2022, 22:11:49 »
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Messaggio del Santo Padre ai partecipanti al Consiglio Plenario della Commissione Internazionale Cattolica per le Migrazioni, 30.05.2022


Pubblichiamo di seguito il Messaggio che il Santo Padre Francesco ha inviato ai partecipanti al Consiglio Plenario della Commissione Internazionale Cattolica per le Migrazione (CICM):
Messaggio del Santo Padre


Cari fratelli e sorelle,
sono lieto di rivolgere il mio saluto a tutti voi, che partecipate al Consiglio Plenario della Commissione Internazionale Cattolica per le Migrazioni.
In questi giorni siete chiamati a svolgere tre compiti molto importanti: eleggere il nuovo quadro direttivo della Commissione, approvare i nuovi statuti e determinare le linee operative per i prossimi anni. Colgo volentieri questa occasione per sottolineare alcuni punti che ritengo possano aiutarvi nel vostro discernimento.
La Commissione è stata fondata dal Venerabile Papa Pio XII, nel 1951, per formare, tra le Conferenze Episcopali nel mondo intero, una rete che potesse assisterle nel loro servizio pastorale a favore dei migranti e dei rifugiati. La sua natura e la sua missione ecclesiale la contraddistinguono rispetto ad altre organizzazioni operanti nella società civile e nella Chiesa. La Commissione, infatti, è espressione collegiale dell’azione pastorale, in ambito migratorio, dei vescovi che, in comunione con il Papa, partecipano della sua «sollecitudine per la Chiesa Universale in un vincolo di pace, di amore e di unità» (Lumen gentium, 22). Per questo, nella Costituzione apostolica Praedicate Evangelium, essa è menzionata e collocata tra le competenze del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale (cfr Art. 174 § 2), così che la sua natura e la sua missione siano salvaguardate in accordo con i principi originari. Nel Consiglio Plenario voi rappresentate ufficialmente le Conferenze Episcopali che hanno dato la propria adesione alla Commissione. La loro volontà di impegnarsi insieme per accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti e i rifugiati è confermata dalla vostra presenza.
La missione ecclesiale della Commissione si realizza in due direzioni: ad intra e ad extra. Essa è anzitutto chiamata ad offrire un’assistenza qualificata alle Conferenze Episcopali e alle Diocesi che si trovano a dover rispondere alle tante e complesse sfide migratorie del tempo presente. Si impegna, pertanto, a favorire lo sviluppo e l’attuazione di progetti di pastorale migratoria e la formazione specializzata degli agenti pastorali in ambito migratorio, sempre a servizio delle Chiese particolari e secondo le competenze proprie.
Ad extra, la Commissione è chiamata a rispondere alle sfide globali e alle emergenze migratorie con programmi mirati, sempre in comunione con le Chiese locali. Essa, inoltre, è incaricata di svolgere attività di advocacy come organizzazione della società civile in ambito internazionale. La Commissione impegna la Chiesa e lavora per una più vasta sensibilizzazione internazionale circa le tematiche migratorie, al fine di favorire il rispetto dei diritti umani e la promozione della dignità delle persone secondo gli orientamenti della dottrina sociale della Chiesa.
Vi ringrazio di cuore per tutto il lavoro che la Commissione ha compiuto negli ultimi settant’anni. Molte di queste azioni hanno avuto un’incidenza davvero determinante. Vi ringrazio, in particolare, per l’impegno profuso ad aiutare le Chiese a rispondere alle sfide legate al massiccio sfollamento provocato dal conflitto in Ucraina. Si tratta del più grande movimento di profughi verificatosi in Europa dopo la seconda guerra mondiale.
Non possiamo dimenticare, tuttavia, i milioni di richiedenti asilo, rifugiati e sfollati in altre parti del mondo, che hanno un disperato bisogno di essere accolti, protetti e amati. Come Chiesa vogliamo servire tutti e lavorare alacremente per l’edificazione di un futuro di pace. Voi avete la possibilità di dare un volto alla carità operosa della Chiesa nei loro confronti!
Auguro a tutti un lavoro fruttuoso e vi assicuro il mio ricordo nella preghiera. E voi, per favore, non dimenticatevi di pregare per me.
Dal Vaticano, 20 maggio 2022
FRANCESCO


https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2022/05/30/0412/00849.html
« Последнее редактирование: 30 Мая, 2022, 22:13:21 »

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« Ответ #408 : 31 Мая, 2022, 17:33:53 »
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Conferenza Stampa di presentazione del X Incontro Mondiale delle Famiglie, 31.05.2022
Interv
Alle ore 13.00 di oggi ha avuto luogo - in diretta streaming dalla Sala Stampa della Santa Sede - la Conferenza Stampa di presentazione del X Incontro Mondiale delle Famiglie, che si svolgerà a Roma dal 22 al 26 giugno 2022. Durante la Conferenza Stampa è stato proiettato un video con un saluto da parte de Il Volo, gruppo musicale formato da Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble.
Sono intervenuti la Prof.ssa Gabriella Gambino, Sottosegretario del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita; il Dott. Leonardo Nepi, Officiale del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita; Mons. Walter Insero, Direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi di Roma; Amadeus Sebastiani (in collegamento da remoto) che insieme alla moglie Giovanna Civitillo condurrà Åil Festival delle Famiglie; e Gigi De Palo e Anna Chiara Gambini, coniugi, rappresentanti della Pastorale familiare della Diocesi di Roma.
Ne riportiamo di seguito gli interventi:



Intervento della Prof.ssa Gabriella Gambino
Verso l’Incontro Mondiale delle Famiglie
Siamo finalmente giunti al culmine dell’Anno Famiglia Amoris laetitia indetto dal Santo Padre Francesco il 19 marzo 2021. Tante iniziative pastorali sono state sviluppate nel corso dell’anno, che hanno coinvolto anche il papa in prima persona: i 10 video Amoris laetitia, la lettera che ha scritto agli Sposi, i numerosi messaggi e discorsi alle famiglie pronunciati a sostegno di tante iniziative pastorali sviluppatesi in ogni angolo del mondo.
Per preparare questa nuova edizione multicentrica e diffusa dell’Incontro Mondiale abbiamo dovuto affrontare tante vicende, a partire dalla pandemia, che hanno ritardato e reso complessa l’organizzazione, ma ce l’abbiamo fatta. Nel mondo tantissime diocesi si stanno organizzando per riunire le famiglie intorno al proprio vescovo o al parroco: stanno utilizzando lo stesso schema dell’Incontro che si terrà a Roma e in molti casi perfino gli stessi temi del congresso pastorale, che qualche mese fa abbiamo pubblicato nel kit pastorale per le diocesi. Penso alla Conferenza episcopale del Guatemala, che a livello nazionale, regionale e perfino parrocchiale ha diramato un programma con proposte specifiche per accompagnare e vivere l’Incontro Mondiale con i vescovi, con momenti di apertura, un triduo di incontri pastorali e collegamenti virtuali con Roma.
Vorrei approfittare di questo momento anche per sollecitare, ancora una volta, i pastori e i responsabili della pastorale familiare locale ad annunciare l’Incontro delle Famiglie nelle proprie comunità e a coinvolgerle nell’organizzazione di un momento a loro dedicato alla fine di giugno. Le famiglie aspettano un segnale, desiderano essere chiamate a fare festa insieme!
A Roma il Santo Padre accoglierà i delegati delle conferenze episcopali, dei movimenti internazionali e delle associazioni familiari. Come già annunciato, l’incontro verrà aperto mercoledì 22 giugno con il Festival delle famiglie alla presenza di papa Francesco in Aula Paolo VI. Da giovedì 23 a sabato 25 giugno ci sarà il Congresso pastorale, sempre nell’Aula Paolo VI. Sabato pomeriggio la Messa in Piazza San Pietro con il Santo Padre e domenica l’Angelus. La novità di oggi è proprio la pubblicazione del programma definitivo del Congresso pastorale.
Il congresso, a differenza di quelli delle edizioni precedenti (penso a Filadelfia, a Milano o Dublino) non avrà conferenze strutturate accademicamente con contenuti teologico-dottrinali, ma sarà un momento di incontro, ascolto e confronto tra operatori della pastorale familiare e matrimoniale.
Lo scopo è quello di sviluppare il tema scelto dal papa: L’amore familiare: vocazione e via di santità, tenendo conto di alcune indicazioni forti che emergono da Amoris laetitia, un testo che si presenta con delle linee programmatiche molto chiare per gli sviluppi possibili della pastorale familiare nei prossimi anni.
Per questo ci siamo concentrati su alcuni temi emersi dai nostri continui incontri con i vescovi di tutto il mondo, soprattutto nelle visite ad Limina, e che in maniera costante riemergevano: in particolare, la corresponsabilità sposi e sacerdoti nella pastorale delle Chiese particolari; alcune concrete difficoltà delle famiglie nelle società attuali; la preparazione alla vita matrimoniale delle coppie; alcune situazioni di “periferia esistenziale” all’interno delle famiglie; la formazione dei formatori in una pastorale famigliare piena di sfide e questioni difficili. Tematiche attuali e complesse, che abbiamo voluto affrontare avendo come bussola il costante invito di Papa Francesco al rinnovamento e alla conversione pastorale: il primo passo che tutti dobbiamo ancora compiere, infatti, è rendere le famiglie consapevoli che la loro è una vocazione, che nella loro vita quotidiana possono scoprire vie di santità incredibili, che possono trasformare il proprio ambiente di vita ecclesiale e sociale.
Il congresso è costruito intorno a 5 conferenze principali su alcuni temi fondamentali. Il tema di ogni conferenza viene poi articolato in tre o quattro sotto-temi, nell’ambito di panel, ossia tavole rotonde, che sviluppano ulteriori questioni pastorali prioritarie per le Chiese particolari.
In tutto 30 interventi, per un totale di 62 relatori, oltre a 13 moderatori delle sessioni: questi ultimi, tutti romani, segno e simbolo di una città che ospita e presenta i relatori che vengono dagli altri Paesi.
I relatori saranno quasi tutte coppie di sposi, 3 soli sacerdoti; provengono da 17 Paesi diversi, scelti per competenza ed esperienza pastorale nelle varie tematiche presentate. Famiglie impegnate nella pastorale familiare che collaborano con le diocesi, le conferenze episcopali o alcuni movimenti internazionali.
Due elementi particolari nell’ambito del Congresso saranno la serata nelle parrocchie romane di venerdì 2 giugno, dedicata al tema “La comunione familiare, come stile di comunione nella Chiesa”, che con la Diocesi di Roma abbiamo deciso di ambientare nelle parrocchie, per cui i delegati si sposteranno in varie parti della città per una serata con le famiglie romane; un secondo momento speciale, il sabato mattina, con un’ora di adorazione eucaristica e momenti di meditazione guidata per gli sposi e le famiglie dei delegati davanti al Santissimo. Le altre mattine, il giovedì e il venerdì, la giornata invece avrà inizio con la Santa Messa, celebrata dai Cardinali Farrell e de Donatis, all’interno della Basilica di San Pietro.

Intervento del Dott. Leonardo Nepi
Al congresso teologico-pastorale di questa edizione dell’Incontro Mondiale delle Famiglie sono invitati circa duemila delegati, scelti dalle Conferenze episcopali, dai Sinodi delle Chiese orientali e dalle realtà ecclesiali internazionali che operano in maniera significativa nell’ambito dell’apostolato familiare. Il numero di delegati è stato assegnato in maniera proporzionale rispetto alle dimensioni di ciascuna Conferenza episcopale o realtà ecclesiale.
Il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, attraverso un fondo di solidarietà, si è impegnato a sostenere economicamente le Conferenze episcopali che hanno chiesto un aiuto economico per inviare una delegazione a Roma, in quanto sono molti i Paesi in cui è difficile affrontare le spese di un viaggio internazionale in questo momento. Oltre al Dicastero, hanno contribuito al fondo di solidarietà diverse Conferenze episcopali a seconda delle proprie disponibilità, nonché la Diocesi di Roma, alle quali va un sentito ringraziamento per questo impegno, messo in campo con generosità e spirito di comunione ecclesiale. Grazie a questo contributo, saranno rappresentate adeguatamente le Chiese di tante aree dell’Africa, dell’Asia, dell’America Latina e dell’Europa centrale, tra cui anche l’Ucraina (sia con delegati dal Sinodo della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina, sia con delegati dalla Conferenza episcopale di rito latino), che altrimenti non avrebbero avuto la possibilità di intervenire.
Le delegazioni sono oltre 170 da 120 Paesi e sono composte in larghissima parte da famiglie, che rappresentano i ¾ dei delegati, assieme a sacerdoti e vescovi responsabili della pastorale familiare nelle Conferenze episcopali, nonché accompagnatori spirituali delle realtà ecclesiali internazionali. In diverse delegazioni è stato valorizzato anche il ruolo dei religiosi e delle religiose come delegati al Congresso.
Le famiglie che partecipano al Congresso hanno in molti casi ruoli di grande responsabilità nell’apostolato familiare all’interno delle proprie Chiese locali e realtà ecclesiali. Questo significa che si va consolidando un approccio di responsabilità condivisa tra laici, sacerdoti e religiosi nell’animazione della pastorale familiare. Una volta concluso l’Incontro a Roma, auspichiamo che i duemila delegati possano tornare arricchiti nella propria realtà e nella propria comunità, per mettere a frutto la loro missione pastorale con slancio rinnovato.
Anche le famiglie che non verranno a Roma sono comunque invitate a celebrare questo Incontro Mondiale “multicentrico e diffuso” nelle Diocesi e nelle parrocchie. Per questo, abbiamo messo a disposizione delle Chiese particolari un kit pastorale con orientamenti e suggerimenti per organizzare incontri a livello locale. In esso si trovano i temi che saranno trattati nel corso del Congresso, nonché spunti per celebrazioni liturgiche ed approfondimenti sui contenuti dell’Incontro. Il kit pastorale è a disposizione di tutti e si trova sul sito web dell’Incontro Mondiale, all’interno della sezione “WMOF nelle Diocesi”.


Intervento di Mons. Walter Insero
IL FESTIVAL DELLE FAMIGLIE
Il Festival delle Famiglie si terrà a Roma mercoledì 22 giugno 2022. Si tratta del primo appuntamento pubblico dell’Incontro Mondiale delle Famiglie. A differenza delle precedenti edizioni, nelle quali il Festival delle Famiglie si svolgeva nella serata di sabato, come momento di festa al termine del Congresso, questa decima edizione dell'Incontro Mondiale delle Famiglie si aprirà con il Festival il mercoledì, presentando al grande pubblico i temi che verranno poi approfonditi nel convegno. L’evento, che avrà come titolo “The beauty of the family”, avrà luogo in Aula Paolo VI dalle 18.15 alle 19.50.
Il tema dell'Incontro è "L'amore familiare: vocazione e via di santità", pertanto il Festival si potrà sviluppare secondo le direttrici dell'amore familiare come chiamata a vivere in Cristo la vita familiare quotidiana, a realizzare la propria vocazione, rendendo visibile come la famiglia sia un soggetto fondamentale per la Chiesa e la società. La santità è un percorso a cui ciascuno è chiamato, come padre, madre, fratello, sorella, figli o nonni. Nella famiglia si svela un cammino a cui tutti siamo chiamati in virtù del Battesimo e del fatto di essere amati e desiderati da Dio Padre.
Più che fare discorsi e teorie sulle famiglie, daremo voce al racconto delle loro testimonianze. La scelta di conduttori, artisti e coloro che interverranno è pensata per valorizzare la loro esperienza di famiglia cristiana. Per questo motivo la conduzione è affidata ad Amadeus e alla moglie Giovanna Civitillo. Per quanto riguarda le presenze artistiche, i giovani artisti de “ll Volo” (Gianluca Ginoble, Piero Barone e Ignazio Boschetto), insieme ad alcuni loro familiari, parteciperanno raccontando la propria esperienza di famiglia e proponendo alcuni brani musicali.
Prima dell’arrivo del Santo Padre, dopo un intervento musicale iniziale e alcuni collegamenti con famiglie riunite in altre parti mondo, ascolteremo alcune testimonianze sull’eredità spirituale e l’attualità della testimonianza dei coniugi Beati Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi, beatificati nel 2001 da San Giovanni Paolo II, patroni dell’Incontro Mondiale.
Cinque famiglie offriranno la loro testimonianza alla presenza del Santo Padre. I temi saranno:
1. Chiamati al matrimonio
Testimonianza di una coppia la cui decisione di sposarsi in Chiesa sta maturando a seguito di un percorso di avvicinamento grazie ad un gruppo di famiglie.
2. Chiamati alla Santità
L’esperienza di una famiglia che ha trasmesso la fede ai loro figli, contesto in cui è cresciuta una loro figlia, morta giovanissima in odore di santità e oggi è serva di Dio.
3. Chiamati al perdono
La testimonianza di una famiglia, che dopo aver sperimentato una forte crisi, vive l’esperienza del perdono e di una profonda riconciliazione.
4. Chiamati ad accogliere
La testimonianza di una famiglia romana che ha accolto una famiglia ucraina in fuga dalla guerra.
5. Chiamati alla fratellanza
La testimonianza di una famiglia multi-religiosa, un esempio di dialogo interreligioso quotidiano, molto impegnati a livello sociale per le popolazioni povere.
Seguirà il discorso che il Santo Padre rivolgerà alle famiglie. Il tutto si concluderà con il canto dell’Inno ufficiale dell’Incontro che è stato composto da monsignor Marco Frisina, dal titolo “We Believe in love” e cantato dal Coro della Diocesi di Roma.
UNA COMUNICAZIONE A MISURA DI FAMIGLIA
Il X Incontro mondiale delle famiglie sarà un evento “multicentrico e diffuso”, sarà vissuto anche nelle diocesi del mondo negli stessi giorni dell’appuntamento romano. Roma, comunque, resterà il cuore di questo Incontro, perché qui arriveranno i delegati delle diverse Conferenze episcopali per vivere questa esperienza con il Santo Padre, insieme alle famiglie di Roma.
Eppure tutte le comunità e le famiglie che vorranno, da ogni parte del pianeta, potranno sentirsi coinvolte e partecipi di questo importante evento spirituale grazie alla copertura mediatica predisposta. L’obiettivo principale della comunicazione è favorire la partecipazione e il coinvolgimento di tutti coloro che purtroppo, a causa della pandemia e delle sue conseguenze, non abbiamo potuto invitare a Roma per questo meeting mondiale.
Abbiamo voluto realizzare una comunicazione a “misura di famiglia”, pensata per aiutare le famiglie e le comunità a prepararsi spiritualmente all’Incontro e per poter partecipare anche a distanza all’evento ecclesiale che si svolgerà nella nostra città. Con questa proposta, intendiamo mettere le famiglie al centro della scena mediatica, riconoscendole come protagoniste della comunicazione con le loro storie e testimonianze, aiutandole a raccontarsi.
Per questa ragione, tutto sarà trasmesso in diretta streaming, con una copertura Social di tutti gli appuntamenti che verranno trasmessi - attraverso il sito ufficiale dell’evento, romefamily2022.com -, sulla pagina YouTube della Diocesi di Roma e grazie alla collaborazione con il Dicastero per la Comunicazione, anche su VaticanNews.
In questa prospettiva, sul sito dedicato all’evento romefamily2022.com, attraverso il quale è possibile raggiungere anche le pagine Facebook e Instagram, sono disponibili tutti i materiali preparatori, in cinque lingue diverse, che hanno accompagnato le famiglie durante i mesi appena trascorsi, e ancora saranno utili in questa ultima fase di avvicinamento all’Incontro mondiale: la preghiera, l’inno e l’immagine ufficiale, le sette catechesi con un testo scritto scaricabile accompagnate da cortometraggi con testimonianze di famiglie romane, utili spunti di riflessione e dibattito.
I giornalisti, fotografi e operatori media potranno prendere parte a tutti gli incontri, anche a tutte le sessioni del Congresso Teologico Pastorale che si svolgerà all’interno dell’Aula Paolo VI e potranno intervistare i relatori e i partecipanti presso delle postazioni stand up collocate in appositi spazi previsti.
Non solo internet, ma anche la televisione aiuterà a raggiungere le famiglie di tutto il mondo. Grazie a Vatican Media stiamo implementando un sistema con il quale potremo fornire il segnale alle Tv che ne faranno richiesta in maniera libera e gratuita, con un flusso di immagini disponibile in cinque lingue (inglese, spagnolo, francese, portoghese, italiano, più LIS in italiano e in inglese). Le riprese dei tre eventi che prevedono la presenza del Santo Padre: il Festival delle famiglie del 22 giugno, la Messa di sabato 25 giugno ore 17.15 e l’Angelus alla chiusura dell’Incontro con il mandato alle famiglie di domenica 26 ore 12, saranno a cura di Vatican Media e trasmesse in mondovisione. Questi tre appuntamenti con Papa Francesco saranno trasmessi in diretta su RaiUno. Il Festival delle Famiglie dal titolo “The beauty of Family” sarà frutto di una preziosa collaborazione tra il Dicastero per la Comunicazione Vaticana con Vatican Media, la Rai con la testata del TG1e la Diocesi di Roma con l’Ufficio Comunicazioni Sociali.
Abbiamo già raccolto la disponibilità di alcune importanti emittenti cattoliche internazionali, con le quali abbiamo avviato una speciale collaborazione per trasmettere in versione integrale i diversi appuntamenti del X Incontro mondiale sui loro canali, in modo da agevolarne la fruizione in diverse lingue da parte degli utenti che frequentano meno la rete.
Sarà possibile anche scaricare dal sito la webapp ufficiale del X Incontro mondiale delle famiglie. I partecipanti digitali riceveranno un attestato di partecipazione dopo aver completato tutto il percorso proposto dalla webapp, anche questa disponibile in diverse lingue. Fanno parte di questo particolare “cammino” tutti i riferimenti ad Amoris Laetitia, le catechesi, le informazioni sugli appuntamenti diocesani e i tour virtuali delle 4 basiliche maggiori e del Palazzo Lateranense.
Il desiderio è di riconoscere alle famiglie, grazie a una comunicazione capace di un attento ascolto, la centralità che rivestono, non solo a livello ecclesiale, ma nella società.

Intervento di Gigi De Palo e Anna Chiara Gambini
Roma e i romani si stanno già tempo preparando per accogliere questo X Incontro mondiale delle famiglie. La pandemia ha un po’ complicato i piani, ma le famiglie sono abituate a vedere che le cose non vanno mai come se le aspettavano… Molte volte, infatti, vanno diversamente e non è detto che sia in negativo…
Un’equipe di venti coppie che hanno dato gratuitamente la loro disponibilità, ha girato tantissime parrocchie di Roma, non siamo riusciti a girarle tutte perché il calendario è stato modificato a causa della quarta ondata tra gennaio e marzo.
In tutte le parrocchie le famiglie incontrate erano entusiasta perché ancora riecheggia nella memoria la Giornata Mondiale della Gioventù del 2000 e se ci pensate l’invito a questa Giornata Mondiale delle Famiglie è in un certo senso rivolto anche a tutti quei giovani di Tor Vergata che sono cresciuti, hanno messo su famiglia, si sono sposati, hanno figli…
Abbiamo trovato testimonianze molto belle. Storie di ordinaria straordinarietà. Molte di queste si possono vedere nei cortometraggi prodotti dall’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Roma, realizzati dal regista Antonio Antonelli per accompagnare le sette catechesi, disponibili sul sito ufficiale dell’Incontro.
Le famiglie sono veramente la risorsa inesauribile della nostra città e del nostro Paese perché silenziosamente risolvono problemi, creano legami, fanno da ammortizzatori sociali, generano ricchezza e futuro.
Il Santo Padre lo ha detto molte volte: l’Amoris Laetitia è sì un’esortazione apostolica, ma di fatto sono tutte le famiglie del mondo con le loro imperfezioni, con il loro profumo, con la loro caotica bellezza.
Per questo è un onore vivere la Giornata Mondiale delle Famiglie in Italia e nella città di Roma, Giornata Mondiale che avrà dal 22 al 26 Giugno prossimi.
Le famiglie romane potranno partecipare ai seguenti eventi: mercoledì 22, l’apertura dell’Incontro, il Festival delle Famiglie alle 18 in Aula Paolo VI; giovedì 23, il concerto a Palazzo Lateranense, la Casa del Vescovo di Roma; venerdì 24 gli incontri organizzati nelle parrocchie, per un momento di condivisione e festa tra le famiglie delegate e le famiglie romane; sabato 25, la Grande Messa in Piazza San Pietro, presieduta dal Santo Padre alle 17; domenica 26 l’Angelus in Piazza San Pietro, con il Mandato alle Famiglie. Per richiedere i biglietti di questi incontri è possibile scrivere a info@romefamily2022.com e saranno distribuiti attraverso le parrocchie.
È molto bello il fatto che siano stati eletti patroni del X Incontro mondiale delle famiglie due coniugi molto legati alla nostra città: i Beati Luigi e Maria Beltrame e Quattrocchi.
Due sposi a loro modo innovatori.
Non solo perché sono la prima coppia di sposi a essere beatificata dalla Chiesa cattolica, il 21 ottobre del 2011 da san Giovanni Paolo II.
Ma anche perché il loro impegno non si esaurì semplicemente nell’accogliere e nell’educare i figli. Furono dediti al servizio e al Bene Comune fin dall’inizio del loro matrimonio. Di fatto iniziarono la pastorale familiare a Roma, proponendo incontri e accompagnamento per fidanzati e sposi.
Il loro esempio è una chiamata a quella santità normale.
Alla classe media della santità, direbbe papa Francesco.
Quella delle famiglie. Quella di chi cerca di fare bene il padre e la madre accompagnando i figli a scuola o all’allenamento di basket. Quella di chi cerca di fare la migliore cena del mondo con quello che ha nel frigorifero. Nella consapevolezza che per un Cristiano esempio non significa replica di un modello perfetto, ma l’opportunità di stupirsi di fronte ad un dono continuo.
https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2022/05/31/0414/00852.html
« Последнее редактирование: 31 Мая, 2022, 17:36:53 »

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« Ответ #409 : 01 Июня, 2022, 16:45:36 »
Дорогие друзья, к сожалению, с мая полная информация сайтом Ватикана https://press.vatican.va/ предлагается без возможности его сразу перевести в браузере гуглхром (в их сайт вставили блокировку на эту встроенную в браузер опцию, о чем рассказано здесь: https://forum.oreola.org/index.php/topic,2998.msg38124.html#msg38124). В то же время в связи с тем, что "избранная информация" на их новостном сайте https://www.vaticannews.va/, где есть и адаптированный русский перевод, существенно урезается и даже порою искажается, считаем правильным и целесообразным впредь предлагать вам лишь текст на языке оригинала. Однако при желании и навыке, вы сумеете самостоятельно найти способы как его перевести, в том числе прямо здесь, на нашей странице, где данная функция работает исправно: нажимаете правой кнопкой на текст, и в меню выбираете "перевести на русский". Такова будет наша ответная мера: просто, но результативно. Спасибо за понимание и просим простить за неудобства, надеемся, что они временные. Пока будем считать, что Ватикан просто негласно поддержал какие-то санкции и проблема будет вскорости устранена его собственными силами, так как это в его же интересах.  Данный вводный текст будет вставляться впредь перед каждой их публикацией, как напоминание причин. 
                        Александр Набабкин-Романюк.

Udienza ai partecipanti al Convegno internazionale “Linee di sviluppo del Patto Educativo Globale” promosso dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica (degli Istituti di Studi), 01.06.2022
Questa mattina, prima dell’Udienza Generale, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza, nell’Auletta dell’Aula Paolo VI, i partecipanti al Convegno internazionale “Linee di sviluppo del Patto Educativo Globale”, promosso dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica (degli Istituti di Studi) e ha rivolto le parole di saluto che riportiamo di seguito
Saluto del Santo Padre
                Do il mio benvenuto agli illustri Rettori, Professori e partecipanti al Convegno internazionale “Linee di sviluppo del Patto Educativo Globale”. Ringrazio il Cardinale Versaldi per le sue parole di presentazione. È un finale “a tutta orchestra”, perché adesso i Dicasteri si accorperanno. Grazie, grazie per questo finale a tutta orchestra.
                Mi rallegra che la proposta lanciata nel 2019 di un Patto Educativo Globale raccolga attenzioni da molte parti, e che anche le università stiano collaborando. Lo fanno attraverso approfondimenti su diverse tematiche, come la dignità della persona e i diritti umani, la fraternità e la cooperazione, la tecnologia e l’ecologia integrale, la pace e la cittadinanza, le culture e le religioni. Questo vostro Convegno si pone come momento di valutazione del lavoro svolto finora e di pianificazione dello sviluppo del Patto Educativo per i prossimi anni. Deve progredire e andare avanti, non rimanere chiuso.
              Di recente ho incontrato i Rettori delle Università del Lazio. Con loro ho ricordato come in questo periodo dobbiamo imparare con i giovani studenti delle nostre università a vivere la crisi e a superarla insieme. [1] Questo per me è importante. Imparare noi e aiutare affinché imparino gli altri a vivere le crisi, perché le crisi sono un’opportunità per crescere. Le crisi vanno gestite e dobbiamo evitare che le crisi si trasformino in conflitto. Le crisi ti spingono in su, ti fanno crescere; il conflitto ti chiude, è un’alternativa, un’alternativa senza soluzione. Educare alla crisi: questo è molto importante.
In questo modo essa – la crisi – può diventare un kairòs, un momento opportuno che provoca a intraprendere nuove strade.
            Un modello emblematico di come affrontare la crisi ci è offerto dalla figura mitologica di Enea, il quale, in mezzo alle fiamme della città incendiata, carica sulle spalle il vecchio padre Anchise e prende per mano il giovane figlio Ascanio portandoli entrambi in salvo. È bello questo: “ …et sublato patre montem petivi” [«cessi, et sublato montem genitore petivi» (Eneide, II, 804)]. Così si supera una crisi. Enea salva sé stesso non da solo, ma con il padre che rappresenta la sua storia e con il figlio che è il suo futuro. E così va avanti.
           Questa figura può essere significativa per la missione degli educatori, che sono chiamati a custodire il passato – il padre sulle spalle – e ad accompagnare i giovani passi del futuro. Essa ci permette anche di richiamare alcuni principi fondamentali del patto educativo globale.
            Anzitutto la centralità della persona. Partendo da Troia, Enea non porta con sé dei beni, delle cose – a parte gli idoli Penati – ma solo il padre e il figlio. Le radici e il futuro, le promesse. Questo ci ricorda che in ogni processo educativo bisogna sempre mettere al centro le persone e puntare all’essenziale, tutto il resto è secondario. Ma mai lasciare le radici e la speranza del futuro.
            Un altro elemento fondamentale è quello di investire le energie migliori con creatività e responsabilità. L’anziano Anchise rappresenta la tradizione che bisogna rispettare e conservare. Mi viene in mente quello che Gustav Mahler diceva sulla tradizione: “La tradizione è la garanzia del futuro”, non un pezzo di museo Ascanio rappresenta il domani che bisogna garantire; Enea è colui che fa da “ponte”, che assicura il passaggio e la relazione tra le generazioni. L’educazione, in effetti, è sempre radicata in un passato, ma non per fermarsi: è protesa «a una progettualità di lunga durata»,[2] dove l’antico e il nuovo si fondono nella composizione di un nuovo umanesimo. E contro questo, c’è la moda – in tutti i secoli, ma in questo secolo nella vita della Chiesa la vedo pericolosa – che invece di attingere dalle radici per andare avanti – quel senso delle tradizioni belle – si fa un “indietrismo”, non “sotto e su”, ma indietro. Questo indietrismo che ci fa setta, che ti chiude, che ti toglie gli orizzonti: si dicono custodi delle tradizioni, ma delle tradizioni morte. La vera tradizione cattolica, cristiana e umana è quella che quel teologo [San Vincenzo di Lerins] – secolo V –, descriveva come una crescita continua, cioè in tutta la storia la tradizione cresce, va avanti: “ut annis consolidetur, dilatetur tempore, sublimetur aetate”. La vera tradizione è questa, che si porta avanti con i figli.
           Non bisogna trascurare, inoltre, che è fondamentale educare al servizio. Anchise e Ascanio, oltre a rappresentare la tradizione e il futuro, sono anche simbolo delle fasce fragili della società che bisogna difendere, respingendo la tentazione di scartare, di emarginare. La cultura dello scarto vuole farci credere che quando una cosa non funziona più bene bisogna buttarla e cambiarla. Così si fa con i generi di consumo, e purtroppo questo è diventato mentalità e si finisce per farlo anche con le persone. Ad esempio, se un matrimonio non funziona più, lo si cambia; se un’amicizia non va più bene, si taglia via; se un vecchio non è più autonomo, lo si scarta… Invece, fragilità è sinonimo di preziosità: gli anziani e i giovani sono come vasi delicati da custodire con cura. Ambedue sono fragili.
           Cari amici, questo nostro tempo, in cui il tecnicismo e il consumismo tendono a fare di noi dei fruitori e dei consumatori, la crisi può diventare momento propizio per evangelizzare nuovamente il senso dell’uomo, della vita, del mondo; per recuperare la centralità della persona come la creatura che in Cristo è immagine e somiglianza del Creatore. Questa è la verità grande di cui siamo portatori e che abbiamo il dovere di testimoniare e trasmettere anche nelle nostre istituzioni educative. «Non possiamo tacere alle nuove generazioni le verità che danno senso alla vita». [3] È parte della verità. Tacere le verità su Dio per rispetto di chi non crede, sarebbe, nel campo educativo, come bruciare i libri per rispetto di chi non pensa, cancellare le opere d’arte per rispetto di chi non vede, o la musica per rispetto di chi non sente. Grazie.
Vi ringrazio per il vostro lavoro al servizio dell’educazione, che è anche il contributo specifico che offrite al processo sinodale della Chiesa. Andate avanti in questa linea del passato verso il futuro, di crescita continua. Bambini e vecchi, avanti tutti. E state attenti all’ “indietrismo”, che è la moda di oggi, che ci fa credere che tornando indietro si conserva l’umanesimo. Vi incoraggio ad andare avanti e vi accompagno con la mia benedizione. E per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Grazie.
https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2022/06/01/0417/00867.html
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