Добро пожаловать, Гость. Пожалуйста, войдите или зарегистрируйтесь.
Не получили письмо с кодом активации?
rss

Автор Тема: Новости Ватикана  (Прочитано 54959 раз)

0 Пользователей и 2 Гостей просматривают эту тему.

Оффлайн Лида

  • Откровенные
  • Патриарх форума
  • *****
  • Сообщений: 3009
  • Репутация: +553/-0
  • Пол: Женский
Re: Новости Ватикана
« Ответ #460 : 30 Июля, 2022, 21:34:41 »
Дорогие друзья, к сожалению, с мая полная информация сайтом Ватикана https://press.vatican.va/ предлагается без возможности его сразу перевести в браузере гуглхром (в их сайт вставили блокировку на эту встроенную в браузер опцию, о чем рассказано здесь: https://forum.oreola.org/index.php/topic,2998.msg38124.html#msg38124). В то же время в связи с тем, что "избранная информация" на их новостном сайте https://www.vaticannews.va/, где есть и адаптированный русский перевод, существенно урезается и даже порою искажается, считаем правильным и целесообразным впредь предлагать вам лишь текст на языке оригинала. Однако при желании и навыке, вы сумеете самостоятельно найти способы как его перевести, в том числе прямо здесь, на нашей странице, где данная функция работает исправно: нажимаете правой кнопкой на текст, и в меню выбираете "перевести на русский". Такова будет наша ответная мера: просто, но результативно. Спасибо за понимание и просим простить за неудобства, надеемся, что они временные. Пока будем считать, что Ватикан просто негласно поддержал какие-то санкции и проблема будет вскорости устранена его собственными силами, так как это в его же интересах.  Данный вводный текст будет вставляться впредь перед каждой их публикацией, как напоминание причин.       
                      Александр Набабкин-Романюк.


Viaggio Apostolico di Sua Santità Francesco in Canada - Incontro privato con alcuni alunni delle ex scuole residenziali presso la scuola elementare e incontro con i Giovani e con gli Anziani nel piazzale della scuola elementare, 29.07.2022
                          Cari fratelli e sorelle, buonasera!
                     Saluto cordialmente la Signora Governatore Generale e tutti voi, felice di incontrarvi. Vi ringrazio per le vostre parole, così come per i canti, le danze e le musiche, che ho tanto apprezzato!
                     Poco fa ho ascoltato diversi di voi, ex-alunni delle scuole residenziali: grazie per quanto avete avuto il coraggio di dire, condividendo grandi sofferenze, che non avrei immaginato. Ciò ha ridestato in me l’indignazione e la vergogna che mi accompagnano da mesi. Anche oggi, anche qui, vorrei dirvi che sono molto addolorato e desidero chiedere perdono per il male commesso da non pochi cattolici nelle scuole che hanno contribuito alle politiche di assimilazione culturale e di affrancamento. Mamianak (Mi dispiace). Mi è tornata alla mente la testimonianza di un anziano, il quale descriveva la bellezza del clima che regnava nelle famiglie indigene prima dell’avvento del sistema delle scuole residenziali. Paragonava quella stagione, in cui nonni, genitori e figli stavano armoniosamente insieme, alla primavera, quando gli uccellini cantano felici attorno alla mamma. Ma all’improvviso – diceva – il canto si è fermato: le famiglie sono state disgregate, i piccoli portati via, lontani dal loro ambiente; su tutto è calato l’inverno.
                    Tali parole, mentre provocano dolore, suscitano anche scandalo; ancora di più se le confrontiamo con la Parola di Dio, il quale comandò: «Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà» (Es 20,12). Questa possibilità non c’è stata per tante vostre famiglie, è venuta meno quando i figli sono stati separati dai genitori e il proprio Paese è stato avvertito come pericoloso ed estraneo. Quelle assimilazioni forzate rievocano un’altra pagina biblica, il racconto del giusto Nabot (cfr 1 Re, 21), che non voleva cedere la vigna ereditata dai suoi padri a chi, governando, era disposto a usare ogni mezzo pur di strappargliela. E vengono pure alla mente quelle parole forti di Gesù contro chi scandalizza i piccoli e disprezza uno solo di loro (cfr Mt 18,6.10). Quanto male nello spezzare i legami tra genitori e figli, nel ferire gli affetti più cari, nel danneggiare e scandalizzare i piccoli!
                   Cari amici, siamo qui con la volontà di percorrere insieme un tragitto di guarigione e di riconciliazione che, con l’aiuto del Creatore, ci aiuti a fare luce sull’accaduto e a superare il passato oscuro. A proposito di sconfiggere l’oscurità, anche ora, come nel nostro incontro di fine marzo, avete acceso il qulliq. Esso, oltre a dare luce durante le lunghe notti invernali, permetteva, diffondendo calore, di resistere al rigore del clima: era dunque essenziale per vivere. Anche oggi permane un bellissimo simbolo di vita, di un vivere luminoso che non si arrende alle oscurità della notte. Così siete voi, testimonianza perenne della vita che non si spegne, di una luce che risplende e che nessuno è riuscito a soffocare.
                  Sono colmo di gratitudine per l’opportunità di essere qui nel Nunavut, all’interno dell’Inuit Nunangat. Ho provato a immaginare, dopo il nostro incontro a Roma, questi luoghi vasti che abitate da tempi immemorabili e che per altri sarebbero ostili. Voi avete saputo amarli, rispettarli, custodirli e valorizzarli, tramandando di generazione in generazione valori fondamentali, quali il rispetto per gli anziani, un genuino senso di fraternità e la cura per l’ambiente. C’è una bella e armoniosa corrispondenza tra voi e la terra che abitate, perché anch’essa è forte e resiliente, e risponde con tanta luce al buio che per gran parte dell’anno la avvolge. Ma pure questa terra, come ogni persona e popolazione, è delicata e occorre prendersene cura. Prendersi cura, tramandare la cura: a questo in particolare sono chiamati i giovani, sostenuti dall’esempio degli anziani! Cura per la terra, cura per le persone, cura per la storia.
                        Vorrei allora rivolgermi a te, giovane Inuit, futuro di questa terra e presente della sua storia. Vorrei dirti, citando un grande poeta: «Ciò che hai ereditato dai padri, riconquistalo se vuoi possederlo davvero» (J.W. von Goethe, Faust, I, Nacht). Non basta vivere di rendita, occorre riconquistare quanto si è ricevuto in dono. Non temere, dunque, di ascoltare e riascoltare i consigli dei più anziani, di abbracciare la tua storia per scriverne pagine nuove, di appassionarti, di prendere posizione davanti ai fatti e alle persone, di metterti in gioco! E per aiutarti a far risplendere la lampada della tua esistenza, vorrei darti anch’io, come fratello anziano, tre consigli.
                       Il primo: cammina verso l’alto. Abiti queste vaste regioni del nord. Che esse ti ricordino la tua vocazione a tendere verso l’alto, senza lasciarti trascinare in basso da chi vuol farti credere che sia meglio pensare solo a te stesso e usare il tempo che hai unicamente per il tuo svago e i tuoi interessi. Amico, non sei fatto per vivacchiare, per passare le giornate bilanciando doveri e piaceri, sei fatto per librarti verso l’alto, verso i desideri più veri e belli che porti nel cuore, verso Dio da amare e il prossimo da servire. Non pensare che i grandi sogni della vita siano cieli irraggiungibili. Sei fatto per spiccare il volo, per abbracciare il coraggio della verità e promuovere la bellezza della giustizia, per “elevare la tua tempra morale, essere compassionevole, servire gli altri e costruire relazioni” (cfr Inunnguiniq Iq Principles 3-4), per seminare pace e cura dove ti trovi; per accendere l’entusiasmo di chi ti vive accanto; per andare oltre, non per livellare tutto quanto.
                 Ma – potresti dirmi – vivere così è più arduo che volare. Certo, non è facile, perché è sempre in agguato quella “forza di gravità spirituale” che spinge per trascinarci in basso, paralizzare i desideri, affievolire la gioia. Allora, pensa alla rondine dell’artico che noi chiamiamo “charrán”: essa non lascia che i venti contrari o gli sbalzi di temperatura le impediscano di andare da un’estremità all’altra della terra; a volte sceglie vie che non sono dirette, accetta deviazioni, si adatta a certi venti… ma sempre mantiene chiara la meta, sempre va verso la destinazione. Incontrerai gente che proverà ad azzerare i tuoi sogni, che ti dirà di accontentarti di poco, di lottare solo per quel che ti conviene. Allora ti chiederai: perché devo darmi da fare per quello in cui gli altri non credono? E ancora: come posso decollare all’interno di un mondo che sembra scendere sempre più in basso tra scandali, guerre, imbrogli, mancanza di giustizia, distruzione dell’ambiente, indifferenza nei riguardi dei più deboli, delusioni da parte di chi dovrebbe dare l’esempio? Di fronte a queste domande, qual è la risposta?
                   Vorrei dire a te, giovane, a te, fratello, sorella giovane: tu sei la risposta. Tu, fratello, tu, sorella. Non solo perché se ti arrendi hai già perso in partenza, ma perché il futuro è nelle tue mani. Sono nelle tue mani la comunità che ti ha generato, l’ambiente in cui vivi, la speranza dei tuoi coetanei, di chi, anche senza chiedertelo, attende da te il bene originale e irripetibile che puoi immettere nella storia, perché “ciascuno di noi è unico” (cfr Principle 5). Il mondo che abiti è la ricchezza che hai ereditato: amalo, come ti ha amato chi ti ha dato la vita e le gioie più grandi, come ti ama Dio, che per te ha creato ciò che di bello esiste e non smette di fidarsi di te nemmeno per un brevissimo istante. Egli crede nei talenti che ti ha dato. Ogni volta che lo cerchi comprenderai come la via che ti chiama a percorrere tende sempre verso l’alto. Lo avvertirai quando guarderai il cielo pregando e soprattutto quando alzerai lo sguardo al Crocifisso. Capirai che Gesù dalla croce non ti punta mai il dito contro, ma ti abbraccia e ti incoraggia, perché crede in te anche quando tu hai smesso di credere in te stesso. Allora non perdere mai la speranza, lotta, metticela tutta e non te ne pentirai. Vai avanti nel cammino, “passo dopo passo verso il meglio” (cfr Principle 6). Imposta il navigatore della tua esistenza verso una meta grande, verso l’alto!
                       Il secondo consiglio: vieni alla luce. Nei momenti di tristezza e sconforto, pensa al qulliq: contiene un messaggio per te. Quale? Che esisti per venire alla luce ogni giorno. Non solo il giorno della tua nascita, quando non dipese da te, ma ogni giorno. Quotidianamente sei chiamato a portare nel mondo una luce nuova, quella dei tuoi occhi, del tuo sorriso, del bene che tu e solo tu puoi aggiungervi. Nessun altro può farlo. Ma, per venire alla luce, c’è da lottare ogni giorno con l’oscurità. Sì, c’è uno scontro quotidiano tra luce e tenebre, che non avviene là fuori da qualche parte, ma dentro ciascuno di noi. La via della luce domanda scelte di cuore coraggiose contro il buio delle falsità, chiede di “sviluppare buone abitudini per vivere bene” (cfr Principle 1), di non inseguire scie luminose che spariscono in fretta, fuochi d’artificio che lasciano solo fumo. Sono «illusioni, parodie della felicità», come disse qui in Canada San Giovanni Paolo II: «Non vi è forse tenebra più fitta di quella che si insinua nell’animo dei giovani quando falsi profeti estinguono in essi la luce della fede, della speranza, dell’amore» (Omelia nella XVII Giornata Mondiale della Gioventù, Toronto, 28 luglio 2002). Fratello, sorella, Gesù ti è vicino e desidera illuminare il tuo cuore per farti venire alla luce. Lui ha detto: «Io sono la luce del mondo» (Gv 8,12), ma ha anche detto ai suoi discepoli: «Voi siete la luce del mondo» (Mt 5,14). Anche tu, dunque, sei luce del mondo e lo diventerai sempre di più, se lotti per allontanare dal cuore il triste buio del male.
                    Per imparare a farlo, c’è da apprendere un’arte continua, che richiede di “superare le difficoltà e le contraddizioni attraverso una continua ricerca di soluzioni” (cfr Principle 2). È l’arte di separare ogni giorno la luce dalle tenebre. Per creare un mondo buono, dice la Bibbia, Dio cominciò proprio così, separando la luce dalle tenebre (cfr Gen 1,4). Anche noi, se vogliamo diventare migliori, dobbiamo imparare a distinguere la luce dalle tenebre. Da dove si comincia? Puoi iniziare chiedendoti: che cosa mi appare luccicante e seducente, ma poi mi lascia dentro un grande vuoto? Questo è tenebra! Che cosa, invece, mi fa bene e mi lascia pace nel cuore, anche se prima mi chiede di uscire da certe comodità e dominare certi istinti? Questo è luce! E – mi domando ancora – qual è la forza che ci permette di separare dentro di noi la luce dalle tenebre, che ci fa dire “no” alle tentazioni del male e “sì” alle occasioni di bene? È la libertà. Libertà che non è fare tutto quello che mi pare e mi piace; non è quello che posso fare nonostante gli altri, ma per gli altri; non è totale arbitrio, ma responsabilità. La libertà è il dono più grande che il nostro Padre nei cieli ci ha dato insieme alla vita.
                  Infine, il terzo consiglio: fai squadra. I giovani fanno grandi cose insieme, non da soli. Perché voi giovani siete come le stelle del cielo, che qui brillano in modo stupendo: la loro bellezza nasce dall’insieme, dalle costellazioni che compongono, e che danno luce e orientamento alle notti del mondo. Anche voi, chiamati alle altezze del cielo e a splendere in terra, siete fatti per brillare insieme. Bisogna permettere ai giovani di fare gruppo, di stare in movimento: non possono passare le giornate isolati, tenuti in ostaggio da un telefono! I grandi ghiacci di queste terre mi fanno venire in mente lo sport nazionale del Canada, l’hockey su ghiaccio. Come riesce il Canada a conquistare tutte quelle medaglie olimpiche? Come hanno fatto Sarah Nurse o Marie-Philip Poulin a segnare tutti quei gol? L’hockey coniuga bene disciplina e creatività, tattica e fisicità; ma a fare la differenza è sempre lo spirito di squadra, presupposto indispensabile per affrontare le imprevedibili circostanze di gioco. Fare squadra significa credere che per raggiungere grandi obiettivi non si può andare avanti da soli; occorre muoversi insieme, avere la pazienza di intessere fitte reti di passaggi. Significa pure lasciare spazio agli altri, uscire velocemente quand’è il proprio turno e fare il tifo per i compagni. Ecco lo spirito di squadra!
              Amici, camminate verso l’alto, venite alla luce ogni giorno, fate squadra! E fate tutto questo nella vostra cultura, nel bellissimo linguaggio Inuktitut. Vi auguro, ascoltando gli anziani e attingendo alla ricchezza delle vostre tradizioni e della vostra libertà, di abbracciare il Vangelo custodito e tramandato dai vostri antenati e di incontrare il volto Inuk di Gesù Cristo. Io vi benedico di cuore e vi dico: qujannamiik! [grazie!]


https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2022/07/29/0566/01121.html


Оффлайн Лида

  • Откровенные
  • Патриарх форума
  • *****
  • Сообщений: 3009
  • Репутация: +553/-0
  • Пол: Женский
Re: Новости Ватикана
« Ответ #461 : 31 Июля, 2022, 22:11:43 »
Дорогие друзья, к сожалению, с мая полная информация сайтом Ватикана https://press.vatican.va/ предлагается без возможности его сразу перевести в браузере гуглхром (в их сайт вставили блокировку на эту встроенную в браузер опцию, о чем рассказано здесь: https://forum.oreola.org/index.php/topic,2998.msg38124.html#msg38124). В то же время в связи с тем, что "избранная информация" на их новостном сайте https://www.vaticannews.va/, где есть и адаптированный русский перевод, существенно урезается и даже порою искажается, считаем правильным и целесообразным впредь предлагать вам лишь текст на языке оригинала. Однако при желании и навыке, вы сумеете самостоятельно найти способы как его перевести, в том числе прямо здесь, на нашей странице, где данная функция работает исправно: нажимаете правой кнопкой на текст, и в меню выбираете "перевести на русский". Такова будет наша ответная мера: просто, но результативно. Спасибо за понимание и просим простить за неудобства, надеемся, что они временные. Пока будем считать, что Ватикан просто негласно поддержал какие-то санкции и проблема будет вскорости устранена его собственными силами, так как это в его же интересах.  Данный вводный текст будет вставляться впредь перед каждой их публикацией, как напоминание причин.                             Александр Набабкин-Романюк.


Le parole del Papa alla recita dell’Angelus, 31.07.2022

Alle ore 12 di oggi, il Santo Padre Francesco si è affacciato alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i pellegrini e i fedeli convenuti in Piazza San Pietro.

Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:
Prima dell’Angelus
                   Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
                  Nel Vangelo della Liturgia odierna, un uomo rivolge a Gesù questa richiesta: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità» (Lc 12,13). È una situazione molto comune, problemi simili sono ancora all’ordine del giorno: quanti fratelli e sorelle, quanti membri della stessa famiglia purtroppo litigano, e magari non si parlano più, a causa dell’eredità!
                  Gesù, rispondendo a quell’uomo, non entra nei particolari, ma va alla radice delle divisioni causate dal possesso delle cose, e dice chiaramente: «Tenetevi lontani da ogni cupidigia» (v. 15). Che cos’è la cupidigia? È l’avidità sfrenata di beni, il volere sempre arricchirsi. È una malattia che distrugge le persone, perché la fame di possesso crea dipendenza. Soprattutto chi ha tanto non si accontenta mai: vuole sempre di più, e solo per sé. Ma così non è più libero: è attaccato, schiavo di ciò che paradossalmente doveva servirgli per vivere libero e sereno. Anziché servirsi del denaro, diventa servo del denaro. Ma la cupidigia è una malattia pericolosa anche per la società: a causa sua siamo arrivati oggi ad altri paradossi, a un’ingiustizia come mai prima nella storia, dove pochi hanno tanto e tanti hanno poco o niente. Pensiamo anche alle guerre e ai conflitti: quasi sempre c’entrano la brama di risorse e ricchezze. Quanti interessi ci sono dietro a una guerra! Di sicuro uno di questi è il commercio delle armi. Questo commercio è uno scandalo a cui non dobbiamo e non possiamo rassegnarci
               Gesù oggi ci insegna che, al cuore di tutto questo, non ci sono solo alcuni potenti o certi sistemi economici: al centro c’è la cupidigia che è nel cuore di ciascuno. E allora proviamo a chiederci: come va il mio distacco dai beni, dalle ricchezze? Mi lamento per ciò che mi manca o so accontentarmi di quello che ho? Sono tentato, in nome dei soldi e delle opportunità, di sacrificare le relazioni e sacrificare il tempo per gli altri? E ancora, mi capita di sacrificare sull’altare della cupidigia la legalità e l’onestà? Ho detto “altare”, altare della cupidigia, ma perché ho detto altare? Perché i beni materiali, i soldi, le ricchezze possono diventare un culto, una vera e propria idolatria. Perciò Gesù ci mette in guardia con parole forti. Dice che non si possono servire due padroni, e – stiamo attenti – non dice Dio e il diavolo, no, oppure il bene e il male, ma Dio e le ricchezze (cfr Lc 16,13). Ci si aspetterebbe che dicesse: non si può servire due padroni, Dio e il diavolo. Invece dice: Dio e le ricchezze. Servirsi delle ricchezze sì; servire la ricchezza no: è idolatria, è offendere Dio.
               E allora – potremmo pensare – non si può desiderare di essere ricchi? Certo che si può, anzi, è giusto desiderarlo, è bello diventare ricchi, ma ricchi secondo Dio! Dio è il più ricco di tutti: è ricco di compassione, di misericordia. La sua ricchezza non impoverisce nessuno, non crea litigi e divisioni. È una ricchezza che ama dare, distribuire, condividere. Fratelli, sorelle, accumulare beni materiali non basta a vivere bene, perché – dice ancora Gesù – la vita non dipende da ciò che si possiede (cfr Lc 12,15). Dipende invece dalle buone relazioni: con Dio, con gli altri e anche con chi ha di meno. Dunque, ci chiediamo: io, come voglio arricchirmi? Voglio arricchirmi secondo Dio o secondo la mia cupidigia? E tornando al tema dell’eredità, quale eredità voglio lasciare? Soldi in banca, cose materiali, o gente contenta attorno a me, opere di bene che non si dimenticano, persone che ho aiutato a crescere e maturare?
                  La Madonna ci aiuti a capire quali sono i veri beni della vita, quelli che restano per sempre.[size=78%] [/size]
Dopo l’Angelus
               Cari fratelli e sorelle!
              Ieri mattina sono rientrato a Roma dopo il viaggio apostolico di sei giorni in Canada. Ho intenzione di parlarne nell’Udienza generale di mercoledì prossimo, ma ora desidero ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile questo pellegrinaggio penitenziale, a partire dalle Autorità civili, dai Capi delle popolazioni indigene e dai Vescovi canadesi. Ringrazio di cuore quanti mi hanno accompagnato con la loro preghiera. Grazie a tutti!
              Anche durante il viaggio non ho mai smesso di pregare per il popolo ucraino, aggredito e martoriato, chiedendo a Dio di liberarlo dal flagello della guerra. Se si guardasse la realtà obiettivamente, considerando i danni che ogni giorno di guerra porta a quella popolazione ma anche al mondo intero, l’unica cosa ragionevole da fare sarebbe fermarsi e negoziare. Che la saggezza ispiri passi concreti di pace.
             Rivolgo il mio saluto a voi, romani e pellegrini. Saluto, in particolare, le novizie Figlie di Maria Ausiliatrice che si accingono a fare la prima Professione religiosa; il gruppo di Azione Cattolica di Barletta; i giovani della diocesi di Verona; i ragazzi dell’Unità pastorale “Pieve di Scandiano”; e quelli del gruppo “Gonzaga” di Carimate, Montesolaro, Figino e Novedrate, che hanno camminato sulla Via Francigena. Nella festa di Sant’Ignazio di Loyola rivolgo un affettuoso saluto ai miei confratelli gesuiti. Continuate a camminare con zelo, con gioia nel servizio del Signore. Siate Coraggiosi!
            Auguro a tutti una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!


https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2022/07/31/0569/01145.html

Оффлайн Лида

  • Откровенные
  • Патриарх форума
  • *****
  • Сообщений: 3009
  • Репутация: +553/-0
  • Пол: Женский
Re: Новости Ватикана
« Ответ #462 : 03 Августа, 2022, 00:13:18 »
Дорогие друзья, к сожалению, с мая полная информация сайтом Ватикана https://press.vatican.va/ предлагается без возможности его сразу перевести в браузере гуглхром (в их сайт вставили блокировку на эту встроенную в браузер опцию, о чем рассказано здесь: https://forum.oreola.org/index.php/topic,2998.msg38124.html#msg38124). В то же время в связи с тем, что "избранная информация" на их новостном сайте https://www.vaticannews.va/, где есть и адаптированный русский перевод, существенно урезается и даже порою искажается, считаем правильным и целесообразным впредь предлагать вам лишь текст на языке оригинала. Однако при желании и навыке, вы сумеете самостоятельно найти способы как его перевести, в том числе прямо здесь, на нашей странице, где данная функция работает исправно: нажимаете правой кнопкой на текст, и в меню выбираете "перевести на русский". Такова будет наша ответная мера: просто, но результативно. Спасибо за понимание и просим простить за неудобства, надеемся, что они временные. Пока будем считать, что Ватикан просто негласно поддержал какие-то санкции и проблема будет вскорости устранена его собственными силами, так как это в его же интересах.  Данный вводный текст будет вставляться впредь перед каждой их публикацией, как напоминание причин.           
                  Александр Набабкин-Романюк.

                                                             MESSAGGIO DEL SANTO PADRE
                                                        Ai partecipanti al Festival dei Giovani
                                                               Međugorje, 1°-6 agosto 2022     
              Carissimi,
                 in quel tempo, ci racconta l’evangelista Matteo, Gesù rivolgendosi a tutti disse: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero” (Mt 11,28-30). Come in quel tempo così anche oggi Gesù si rivolge a tutti voi, cari giovani, e con la parola-guida del Festival, ispirata al Vangelo appena menzionato, vi invita: “Imparate da me e troverete la pace”.
                 Il Signore non riserva queste parole solo agli apostoli o a qualcuno dei suoi amici, ma le rivolge a tutti coloro che sono stanchi e oppressi. Egli sa quanto la vita può essere difficile e che ci sono molte cose che ci affaticano il cuore: tante delusioni, diverse ferite del passato, pesi che portiamo e ingiustizie che sopportiamo, molte incertezze e preoccupazioni. Di fronte a tutto questo Gesù ci dice: “Venite a me e imparate da me”. Si tratta di un invito a muoversi, a non restare fermi, congelati e impauriti davanti alla vita, e ad affidarsi a Lui. Sembra facile, ma nei momenti bui viene naturale chiudersi dentro sé stessi. Gesù invece vuole tirarci fuori, perciò ci dice “Vieni”.
                  La via di uscita è nella relazione, nell’alzare lo sguardo verso Colui che ci ama davvero. Poi, non basta uscire da sé stessi, bisogna anche sapere dove andare, perché ci sono tanti traguardi ingannevoli che promettono un futuro migliore, però ci lasciano nella solitudine di prima. Per questo, Gesù indica dove andare: “Venite a me”.
                Cari amici, con il cuore aperto andate a Lui, prendete il suo giogo e imparate da Lui. Andate dal Maestro per diventare suoi discepoli ed eredi della sua promessa di pace. Prendete il suo giogo che vi farà scoprire la volontà di Dio e vi renderà partecipi del mistero della sua croce e della sua risurrezione. Il “giogo” di cui Cristo parla è la legge dell’amore, è il comandamento che ha lasciato ai suoi discepoli: amatevi gli uni gli altri, come io vi ho amati (Gv 15,12). Perché il vero rimedio alle ferite dell’umanità è uno stile di vita basato sull’amore fraterno, che ha la sua radice nell’amore di Dio.
                 Camminando insieme con Lui e imitandolo, imparerete da Lui. Egli è un Maestro che non impone ad altri dei pesi che lui non porta. Si rivolge agli umili, ai piccoli e poveri perché Lui stesso si è fatto povero e umile. E per imparare, prima di tutto, bisogna essere umili e riconoscere la propria ignoranza e superbia che ci fanno pensare di poter fare tutto da soli e con le nostre forze. Bisogna avere orecchio aperto alle Parole del Maestro. Così si impara il suo cuore, il suo amore, il suo modo di pensare, di vedere e di fare. Ci vuole il coraggio di stargli vicino e di imitarlo.
                 Carissimi, non abbiate paura, andate a Lui con tutto quello che state portando dentro il cuore, egli è l’unico Signore che offre il vero ristoro e la vera pace. Seguite l’esempio di Maria, sua e nostra Madre, che vi porterà a Lui. Affidatevi alla Stella Maris, segno di speranza sul mare agitato, che ci guida verso il porto della pace. Ella, che conosce suo Figlio, vi aiuterà a imitarlo nella relazione con Dio Padre, nella compassione verso il prossimo e nella consapevolezza di ciò che siamo chiamati a essere, figli di Dio. In questo momento, nel cuore dell’estate, il Signore vi invita a fare delle vacanze con Lui, nel luogo più speciale che c’è: il proprio cuore.
                 Cari giovani, mentre state riposando in Gesù Cristo durante questi giorni, vi affido tutti alla Beata Vergine Maria, nostra Madre celeste, affinché, per sua intercessione e con il suo esempio, prendiate su di voi il giogo soave e leggero della sequela di Cristo. Lo sguardo di Dio Padre che vi ama personalmente vi accompagni ogni giorno, così che, nelle relazioni con gli altri, possiate essere testimoni della pace che riceverete in dono. Per questo prego e vi benedico, e chiedo anche a voi di pregare per me.
                 Roma, San Giovanni in Laterano, 16 luglio 2022,
                B.V. Maria del Monte Carmelo
                                                                                                                                                                     FRANCESCO


https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2022/08/02/0575/01153.html

Оффлайн Лида

  • Откровенные
  • Патриарх форума
  • *****
  • Сообщений: 3009
  • Репутация: +553/-0
  • Пол: Женский
Re: Новости Ватикана
« Ответ #463 : 03 Августа, 2022, 17:23:53 »
Дорогие друзья, к сожалению, с мая полная информация сайтом Ватикана https://press.vatican.va/ предлагается без возможности его сразу перевести в браузере гуглхром (в их сайт вставили блокировку на эту встроенную в браузер опцию, о чем рассказано здесь: https://forum.oreola.org/index.php/topic,2998.msg38124.html#msg38124). В то же время в связи с тем, что "избранная информация" на их новостном сайте https://www.vaticannews.va/, где есть и адаптированный русский перевод, существенно урезается и даже порою искажается, считаем правильным и целесообразным впредь предлагать вам лишь текст на языке оригинала. Однако при желании и навыке, вы сумеете самостоятельно найти способы как его перевести, в том числе прямо здесь, на нашей странице, где данная функция работает исправно: нажимаете правой кнопкой на текст, и в меню выбираете "перевести на русский". Такова будет наша ответная мера: просто, но результативно. Спасибо за понимание и просим простить за неудобства, надеемся, что они временные. Пока будем считать, что Ватикан просто негласно поддержал какие-то санкции и проблема будет вскорости устранена его собственными силами, так как это в его же интересах.  Данный вводный текст будет вставляться впредь перед каждой их публикацией, как напоминание причин.                             Александр Набабкин-Романюк.


L’Udienza Generale, 03.08.2022

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 9.00 nell’Aula Paolo VI.
Nel discorso in lingua italiana il Papa ha incentrato la Sua meditazione sul recente Viaggio Apostolico in Canada (Lettura: Lc 24,13-15).
Dopo aver riassunto la Sua catechesi nelle diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai fedeli presenti. Quindi ha rivolto un appello in favore del Libano, nel secondo anniversario dell’esplosione del porto di Beirut.
L’Udienza Generale si è conclusa con la recita del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.
[size=78%] [/size]
                            Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
                         Oggi vorrei condividere con voi alcune riflessioni sul viaggio apostolico che ho compiuto in Canada nei giorni scorsi. Si è trattato di un viaggio diverso dagli altri. Infatti, la motivazione principale era quella di incontrare le popolazioni originarie per esprimere ad esse la mia vicinanza e il mio dolore e chiedere perdono – chiedere perdono – per il male loro arrecato da quei cristiani, tra cui molti cattolici, che in passato hanno collaborato alle politiche di assimilazione forzata e di affrancamento dei governi dell’epoca.
                          In questo senso, in Canada è stato intrapreso un percorso per scrivere una nuova pagina del cammino che da tempo la Chiesa sta compiendo insieme ai popoli indigeni. E infatti il motto del viaggio “Camminare insieme” spiega un po’ questo. Un cammino di riconciliazione, e di guarigione, che presuppone la conoscenza storica, l’ascolto dei sopravvissuti, la presa di coscienza e soprattutto la conversione, il cambiamento di mentalità. Da questo approfondimento risulta che, per un verso, alcuni uomini e donne di Chiesa sono stati tra i più decisi e coraggiosi sostenitori della dignità delle popolazioni autoctone, prendendo le loro difese e contribuendo alla conoscenza delle loro lingue e culture; ma, per altro verso, non sono purtroppo mancati cristiani, cioè preti, religiosi, religiose, laici che hanno partecipato ai programmi che oggi capiamo che sono inaccettabili e anche contrari al Vangelo. E per questo io sono andato a chiedere perdono a nome della Chiesa.
                       È stato dunque un pellegrinaggio penitenziale. Tanti sono stati i momenti gioiosi, ma il senso e il tono dell’insieme è stato riflessione, pentimento e riconciliazione. Quattro mesi fa avevo ricevuto in Vaticano, in gruppi distinti, i rappresentanti dei popoli originari: sono state in totale sei riunioni, per preparare un po’ questo incontro.
                       Le grandi tappe del pellegrinaggio sono state tre: la prima, a Edmonton, nella parte occidentale del Paese. La seconda, a Québec, nella parte orientale. E la terza nel nord, a Iqaluit, a 300 km forse dal circolo polare artico. Il primo incontro si è svolto a Masqwacis, che significa “la collina dell’orso”, dove sono convenuti da tutto il Paese capi e membri dei principali gruppi indigeni: First Nations, Métis e Inuit. Insieme abbiamo fatto memoria: la memoria buona della storia millenaria di questi popoli, in armonia con la loro terra: questa è una delle cose più belle dei popoli originari, l’armonia con la terra. Mai maltrattano il creato, mai. In armonia con la terra. E anche abbiamo raccolto la memoria dolorosa dei soprusi subiti, anche nelle scuole residenziali, a causa delle politiche di assimilazione culturale.
                      Dopo la memoria, il secondo passo del nostro cammino è stato quello della riconciliazione. Non un compromesso tra noi – sarebbe un’illusione, una messa in scena – ma un lasciarsi riconciliare da Cristo, che è la nostra pace (cfr Ef 2,14). L’abbiamo fatto tenendo come riferimento la figura dell’albero, centrale nella vita e nella simbologia dei popoli indigeni.
                       Memoria, riconciliazione, e quindi guarigione. Abbiamo fatto questo terzo passo del cammino sulle rive del Lago Sant’Anna, proprio nel giorno della festa dei Santi Gioacchino e Anna. Tutti possiamo attingere da Cristo, fonte di acqua viva, e lì, in Gesù, abbiamo visto la vicinanza del Padre che ci dà la guarigione delle ferite e anche il perdono dei peccati. Da questo percorso di memoria, riconciliazione e guarigione scaturisce la speranza per la Chiesa, in Canada e in ogni luogo. E lì, la figura dei discepoli di Emmaus, che dopo aver camminato con Gesù risorto, con Lui e grazie a Lui passarono dal fallimento alla speranza (cfr Lc 24,13-35).
                        Come dicevo all’inizio, il cammino insieme ai popoli indigeni ha costituito l’asse portante di questo viaggio apostolico. Su di esso si sono innestati i due incontri con la Chiesa locale e con le Autorità del Paese, alle quali Autorità desidero rinnovare la mia sincera gratitudine per la grande disponibilità e la cordiale accoglienza che hanno riservato a me e ai miei collaboratori. E ai Vescovi, lo stesso. Davanti ai Governanti, ai Capi indigeni e al Corpo diplomatico ho ribadito la volontà fattiva della Santa Sede e delle Comunità cattoliche locali di promuovere le culture originarie, con percorsi spirituali appropriati e con l’attenzione alle usanze e alle lingue dei popoli. Nello stesso tempo, ho rilevato come la mentalità colonizzatrice si presenti oggi sotto varie forme di colonizzazioni ideologiche, che minacciano le tradizioni, la storia e i legami religiosi dei popoli, appiattendo le differenze, concentrandosi solo sul presente e trascurando spesso i doveri verso i più deboli e fragili. Si tratta dunque di recuperare un sano equilibrio, recuperare l’armonia, che è più di un equilibrio, è un’altra cosa; recuperare l’armonia tra modernità e culture ancestrali, tra la secolarizzazione e i valori spirituali. E questo interpella direttamente la missione della Chiesa, inviata in tutto il mondo a testimoniare, a “seminare” una fraternità universale che rispetta e promuove la dimensione locale con le sue molteplici ricchezze (cfr Enc. Fratelli tutti, 142-153). Ho già detto, ma voglio ribadire il mio ringraziamento alle Autorità civili, alla signora Governatore generale, al Primo ministro, alle Autorità locali dei posti dove sono andato: ringrazio tanto per il modo con cui hanno favorito la realizzazione dei propositi e dei gesti che ho accennato. E desidero ringraziare i Vescovi soprattutto per l’unità dell’episcopato: la realizzazione degli scopi del Viaggio è stata possibile perché i Vescovi erano uniti, e dove c’è unità si può andare avanti. Per questo vorrei sottolineare questo e ringraziare i Vescovi del Canada per questa unità.
                         E nel segno della speranza è stato l’ultimo incontro, nella terra degli Inuit, con giovani e anziani. E vi assicuro che in questi incontri, soprattutto l’ultimo, ho dovuto sentire come schiaffi il dolore di quella gente: gli anziani che hanno perso i figli e non sapevano dove fossero finiti, per questa politica di assimilazione. È stato un momento molto doloroso, ma si doveva mettere la faccia: dobbiamo mettere la faccia davanti ai nostri errori, ai nostri peccati. Anche in Canada questo è un binomio-chiave, giovani e anziani, è un segno dei tempi: giovani e anziani in dialogo per camminare insieme nella storia tra memoria e profezia, che sono in accordo. La fortezza e l’azione pacifica dei popoli indigeni del Canada sia di esempio per tutte le popolazioni originarie a non chiudersi, ma ad offrire il loro indispensabile contributo per un’umanità più fraterna, che sappia amare il creato e il Creatore, in armonia con il creato, in armonia tra tutti voi.


https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2022/08/03/0577/01154.html

Оффлайн Лида

  • Откровенные
  • Патриарх форума
  • *****
  • Сообщений: 3009
  • Репутация: +553/-0
  • Пол: Женский
Re: Новости Ватикана
« Ответ #464 : 05 Августа, 2022, 22:15:50 »
Дорогие друзья, к сожалению, с мая полная информация сайтом Ватикана https://press.vatican.va/ предлагается без возможности его сразу перевести в браузере гуглхром (в их сайт вставили блокировку на эту встроенную в браузер опцию, о чем рассказано здесь: https://forum.oreola.org/index.php/topic,2998.msg38124.html#msg38124). В то же время в связи с тем, что "избранная информация" на их новостном сайте https://www.vaticannews.va/, где есть и адаптированный русский перевод, существенно урезается и даже порою искажается, считаем правильным и целесообразным впредь предлагать вам лишь текст на языке оригинала. Однако при желании и навыке, вы сумеете самостоятельно найти способы как его перевести, в том числе прямо здесь, на нашей странице, где данная функция работает исправно: нажимаете правой кнопкой на текст, и в меню выбираете "перевести на русский". Такова будет наша ответная мера: просто, но результативно. Спасибо за понимание и просим простить за неудобства, надеемся, что они временные. Пока будем считать, что Ватикан просто негласно поддержал какие-то санкции и проблема будет вскорости устранена его собственными силами, так как это в его же интересах.  Данный вводный текст будет вставляться впредь перед каждой их публикацией, как напоминание причин.                         
                                          Александр Набабкин-Романюк.


Udienza ai giovani partecipanti all’ “Alpha Camp”, 05.08.2022
Questa mattina il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza i giovani partecipanti all’ “Alpha Camp”.
Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha rivolto ai presenti all’incontro:

                         Cari ragazzi e ragazze, buongiorno e benvenuti!
                   Ringrazio Mons. Camillo Cibotti, Vescovo di Isernia-Venafro, per le sue parole e soprattutto perché vi ha accompagnati, insieme a diversi sacerdoti, educatori e dirigenti di Alpha, e al Sindaco di Macchia d’Isernia, sede del vostro Campo. “Accompagnare” è una parola-chiave per la Chiesa! Accompagnare.
                   Per un giorno avete lasciato le colline del Molise per venire a Roma a incontrare il Papa. Vi ringrazio di questo! Lo sento come un regalo per me e per la Chiesa.
                  Siete giovani italiani e di altri Paesi europei. Siete nati in un contesto che si definisce “secolarizzato”, cioè dove la cultura non è dominata dalla dimensione del sacro, ma dalle realtà del mondo. Tuttavia, nel cuore umano non viene mai meno la sete di infinito, anche dentro di voi, cresciuti con l’informatica, emergono le grandi domande di ogni tempo: da dove veniamo? Che cosa c’è all’origine di tutto? Che senso ha la mia esistenza? E poi, perché c’è tanta sofferenza? Perché colpisce anche i piccoli e gli indifesi?... Sappiate che Dio ama le domande, ama molto le domande; e in un certo senso, le ama più delle risposte. Perché? Ma è chiaro: perché le risposte sono chiuse, le domande sono aperte. Una persona che soltanto vive di risposte è una persona che è abituata a chiudere, chiudere, chiudere. Una persona che vive di domande è una persona abituata ad aprire, aprire, aprire. E Dio ama le domande. Infatti Gesù, ai primi due che lo seguirono un giorno, sulle rive del Giordano, si rivolse con queste parole: «Che cosa cercate?» (Gv 1,38): una domanda. Prima di dare risposte, Gesù insegna a farsi una domanda essenziale: “Che cosa cerco?”. E ognuno di voi deve farsela: che cosa cerco? Se uno si fa questa domanda, è giovane, anche se ha ottant’anni. E se non se la fa, è vecchio, anche se ne ha venti. Siete d’accordo?
                La settimana scorsa sono stato in Canada, e ho incontrato le popolazioni indigene, i cui antenati abitavano quelle terre prima della colonizzazione. Loro sono custodi di valori e tradizioni ancestrali, ma vivono in un Paese molto moderno, molto secolarizzato. Adesso, guardando voi, pensavo ai giovani di quei popoli indigeni. Così diversi da voi, eppure così simili, anzi direi di più: così uguali. Uguali nel senso dell’umanità, di ciò che qualifica il nostro essere umani, cioè la relazione con Dio, con gli altri, con il creato e con sé stessi nella libertà, nella gratuità, nel dono di sé. Questa relazione esprime una “incompiutezza”, un desiderio di pienezza, pienezza di vita, di gioia, di significato. Ecco, Gesù Cristo è la pienezza: noi siamo tutti incompiuti, siamo in strada, in cammino. E dobbiamo avere questa consapevolezza.
               Per questo, qualche anno fa, ho scritto una lunga lettera ai giovani del mondo iniziandola così: «Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita. […] Lui vive e ti vuole vivo! Lui è in te, Lui è con te e non se ne va mai. Per quanto tu ti possa allontanare, accanto a te c’è il Risorto, che ti chiama e ti aspetta per ricominciare. Quando ti senti vecchio per la tristezza, i rancori, le paure, i dubbi o i fallimenti, Lui sarà lì per ridarti la forza e la speranza» (Esort. ap. Christus vivit, 1-2).
Questo valeva per Andrea e Giovanni, per Simone e Giacomo, che diventarono discepoli e apostoli di Gesù. E questo vale per me, che ho sentito la chiamata un certo giorno quando avevo diciassette anni. E questo vale per te, per te, per ognuno di noi, per voi, ragazzi e ragazze dell’epoca di internet. Gesù rimane sempre il principio e il fine, l’alfa e l’omega. Ma aperti, in cammino, sempre. Non chiusi.
Il vostro campo si chiama “Alpha”, come il metodo di evangelizzazione a cui si ispira. Alpha è sinonimo di nascita, di inizio, di un’alba di vita… Cristo è “alfa”, cioè principio, ed è anche “omega”, cioè fine, compimento, pienezza. Così, con Cristo, questo microcosmo che è l’essere umano può essere salvato dalla voragine della morte e del negativo e può entrare nell’attrazione di Dio, del Dio della vita, del Dio dell’amore. Unito a Gesù, ognuno di noi diventa un seme destinato a germogliare, a crescere, a portare frutto. Ma bisogna seguire Lui! Dire no all’egoismo, dire no all’egocentrismo, dire no all’apparire più di quello che siamo. No. Saper dire di no a ogni chiusura. Essere sé stessi e non gonfiarsi, nemmeno abbattersi, riconoscersi per quello che si è, questa è la vera umiltà. E di fronte al male che c’è in noi e intorno a noi, non scappare, non evadere dalla realtà, non chiudersi in sé stessi, ma prendere ciascuno la propria parte di responsabilità – Gesù dice “la propria croce” – e portarla, con amore, con gioia. Non da soli, no, non è possibile: sempre con Gesù, Lui davanti e noi dietro.
            Questo ci dà pace, ci dà sicurezza: siamo con Lui, che ci conosce e ci ama più di noi stessi, e vuole per ognuno di noi una pienezza originale, una pienezza unica per ciascuno. Dio non vuole fotocopie, ma solo originali. Sapete chi amava dire così? Un giovane, il Beato Carlo Acutis. Un ragazzo italiano, nato in Inghilterra e cresciuto a Milano, uno come voi, figlio di questo tempo, appassionato di computer, soprattutto innamorato di Gesù, dell’Eucaristia, che chiamava “l’autostrada per il Cielo”. La vita terrena di Carlo è stata breve, molto breve, ma è stata piena. È stata come una corsa, una rincorsa verso il Cielo. Ha preso la rincorsa dal giorno della sua prima Comunione, quando ha incontrato Gesù nel suo Corpo e Sangue. Sì, perché Gesù non è un’idea o una regola morale, no, Gesù è una persona, un amico, un compagno di strada.
             Ragazzi e ragazze, vi lascio con questo caldo e con questo augurio: che Gesù diventi il vostro grande Amico, il vostro Compagno di strada. Che Gesù vivo diventi la vostra vita! Ogni giorno e per sempre. E riprendo il detto di Carlo Acutis: per favore, non siate delle fotocopie, ognuno di voi originale! Grazie di essere venuti! Buon campo e buon cammino!


https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2022/08/05/0581/01169.html