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Автор Тема: Новости Ватикана  (Прочитано 238553 раз)

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Оффлайн Лида

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Re: Новости Ватикана
« Ответ #450 : 11 Июля, 2022, 20:02:05 »
            Дорогие друзья, к сожалению, с мая полная информация сайтом Ватикана https://press.vatican.va/ предлагается без возможности его сразу перевести в браузере гуглхром (в их сайт вставили блокировку на эту встроенную в браузер опцию, о чем рассказано здесь: https://forum.oreola.org/index.php/topic,2998.msg38124.html#msg38124). В то же время в связи с тем, что "избранная информация" на их новостном сайте https://www.vaticannews.va/, где есть и адаптированный русский перевод, существенно урезается и даже порою искажается, считаем правильным и целесообразным впредь предлагать вам лишь текст на языке оригинала. Однако при желании и навыке, вы сумеете самостоятельно найти способы как его перевести, в том числе прямо здесь, на нашей странице, где данная функция работает исправно: нажимаете правой кнопкой на текст, и в меню выбираете "перевести на русский". Такова будет наша ответная мера: просто, но результативно. Спасибо за понимание и просим простить за неудобства, надеемся, что они временные. Пока будем считать, что Ватикан просто негласно поддержал какие-то санкции и проблема будет вскорости устранена его собственными силами, так как это в его же интересах.  Данный вводный текст будет вставляться впредь перед каждой их публикацией, как напоминание причин.                  
      Александр Набабкин-Романюк.


Messaggio del Santo Padre ai partecipanti alla “EU Youth Conference” (Praga, 11-13 luglio 2022),
11.07.2022
Pubblichiamo di seguito il Messaggio che il Santo Padre Francesco ha inviato ai partecipanti alla “EU Youth Conference” che si svolge a Praga (Repubblica Ceca) dall’11 al 13 luglio 2022, sul tema: "Impegnarsi insieme per un'Europa sostenibile e inclusiva":
                      Cari giovani!
                  Sono molto contento di rivolgermi a voi che state partecipando alla Conferenza europea dei giovani. Vorrei dirvi qualcosa che mi sta molto a cuore. Anzitutto vorrei invitarvi a trasformare il “vecchio continente” in un “nuovo continente”, e questo è possibile solo con voi. So che la vostra generazione ha alcune buone carte da giocare: siete giovani attenti, meno ideologizzati, abituati a studiare in altri Paesi europei, aperti a esperienze di volontariato, sensibili ai temi dell’ambiente. Per questo sento che c’è speranza.
                 Voi giovani europei avete una missione importante. Se nel passato i vostri antenati si sono spinti in altri continenti non sempre per nobili interessi, ora spetta a voi presentare al mondo un nuovo volto dell’Europa.
                 Riguardo all’origine del nome “Europa” non ci sono ancora spiegazioni certe. Tra le varie ipotesi, una è particolarmente suggestiva: è quella che risale all’espressione “eurús op”, cioè “occhio grande”, “ampio sguardo”, che evoca la capacità di guardare oltre. Europa, figura mitologica che aveva fatto innamorare di sé gli dei, era chiamata “la fanciulla dagli occhi grandi”. Quindi penso anche a voi, giovani europei, come a persone dallo sguardo ampio, aperto, capaci di guardare oltre.
               Forse avete sentito parlare dell’iniziativa, lanciata nel settembre 2019, chiamata Patto Educativo Globale. Si tratta di un’alleanza tra gli educatori di tutto il mondo per educare le giovani generazioni alla fraternità. Vedendo però come sta andando questo mondo guidato da adulti e da anziani, sembra che forse dovreste essere voi a educare gli adulti alla fraternità e alla convivenza pacifica!
               Tra i primi impegni del Patto Educativo c’è quello di ascoltare i ragazzi, gli adolescenti e i giovani. Perciò, cari giovani, fate sentire la vostra voce! Se non vi ascoltano, gridate ancora più forte, fate rumore, avete tutto il diritto di dire la vostra su ciò che riguarda il vostro futuro. Vi incoraggio ad essere intraprendenti, creativi e critici: sapete che quando un professore ha in classe degli studenti esigenti, critici, attenti, viene stimolato a impegnarsi di più e a preparare meglio le lezioni.
              In questo Patto non ci sono degli “emittenti” e dei “destinatari”, ma tutti siamo chiamati a educarci in comunione, come suggeriva il pedagogista brasiliano Paulo Freire. Non temete dunque di essere esigenti: avete il diritto di ricevere il meglio per voi stessi così come i vostri educatori hanno il dovere di dare il meglio di sé stessi.
             Tra le varie proposte del Patto Educativo Globale, ne richiamo due che ho visto presenti anche nella vostra Conferenza.
             La prima: “Aprirsi all’accoglienza”, e quindi il valore dell’inclusione: non lasciarsi trascinare in ideologie miopi che vogliono mostrarvi l’altro, il diverso come un nemico. L’altro è una ricchezza. L’esperienza di milioni di studenti europei che hanno aderito al Progetto Erasmus testimonia che l’incontro tra persone di popoli diversi aiuta ad aprire gli occhi, la mente e il cuore. Fa bene avere “occhi grandi” per aprirsi agli altri. Nessuna discriminazione contro nessuno, per nessuna ragione. Essere solidali con tutti, non solo con chi mi assomiglia, o mostra un’immagine di successo, ma con coloro che soffrono, qualunque sia la nazionalità e la condizione sociale. Non dimentichiamo che milioni di europei in passato hanno dovuto emigrare in altri continenti in cerca di futuro. Anch’io sono figlio di italiani emigrati in Argentina.
               L’obiettivo principale del Patto Educativo è quello di educare tutti a una vita più fraterna, basata non sulla competitività ma sulla solidarietà. La vostra aspirazione maggiore, cari giovani, non sia quella di entrare negli ambienti formativi d’élite, dove può accedere solo chi ha molto denaro. Questi istituti hanno spesso interesse a mantenere lo status quo, a formare persone che garantiscano il funzionamento del sistema così com’è. Vanno apprezzate piuttosto quelle realtà che uniscono la qualità formativa con il servizio al prossimo, sapendo che il fine dell’educazione è la crescita della persona orientata al bene comune. Saranno queste esperienze solidali che cambieranno il mondo, non quelle “esclusive” (ed escludenti) delle scuole d’élite. Eccellenza sì, ma per tutti, non solo per qualcuno.
                Vi propongo di leggere l’Enciclica Fratelli tutti (3 ottobre 2020) e il Documento sulla fratellanza umana (4 febbraio 2019) firmato insieme al Grande Iman di Al-Azhar. So che in tante università e scuole musulmane stanno approfondendo con interesse questi testi, e così spero possano entusiasmare anche voi. Dunque, educazione non solo per “conoscere sé stessi” ma anche per conoscere l’altro.
               L’altra proposta che vorrei richiamare riguarda la cura per la casa comune.
               Anche qui ho notato con piacere che, mentre le generazioni precedenti parlavano molto e concludevano poco, voi invece siete stati capaci di iniziative concrete. Per questo dico che questa volta può essere la volta buona. Se non riuscirete voi a dare una svolta decisiva a questa tendenza autodistruttiva, sarà difficile che altri ci riusciranno in futuro. Non lasciatevi sedurre dalle sirene che propongono una vita di lusso riservata a una piccola fetta del mondo: possiate avere “occhi grandi” per vedere tutto il resto dell’umanità, che non si riduce alla piccola Europa; aspirare a una vita dignitosa e sobria, senza il lusso e lo spreco, perché tutti possano abitare il mondo con dignità. È urgente ridurre il consumo non solo di carburanti fossili ma anche di tante cose superflue; e così pure, in certe aree del mondo, è opportuno consumare meno carne: anche questo può contribuire a salvare l’ambiente.
                  A tale riguardo, vi farà bene – se non l’avete già fatto – leggere l’Enciclica Laudato si’, dove credenti e non credenti trovano motivazioni solide per impegnarsi in favore di una ecologia integrale. Educare, pertanto, per conoscere, oltre che sé stessi e l’altro, anche il creato.
                  Cari giovani, mentre voi state svolgendo la vostra Conferenza, in Ucraina – che non è UE, ma è Europa – si combatte una guerra assurda. Aggiungendosi ai numerosi conflitti in atto in diverse regioni del mondo, essa rende ancora più urgente un Patto Educativo che educhi tutti alla fraternità.
                 L’idea di un’Europa unita è sorta da un forte anelito di pace dopo tante guerre combattute nel Continente, e ha portato a un periodo di pace durato settant’anni. Ora dobbiamo impegnarci tutti a mettere fine a questo scempio della guerra, dove, come al solito, pochi potenti decidono e mandano migliaia di giovani a combattere e morire. In casi come questo è legittimo ribellarsi!
                Qualcuno ha detto che, se il mondo fosse governato dalle donne, non ci sarebbero tante guerre, perché coloro che hanno la missione di dare la vita non possono fare scelte di morte. Allo stesso modo mi piace pensare che, se il mondo fosse governato dai giovani, non ci sarebbero tante guerre: coloro che hanno tutta la vita davanti non la vogliono spezzare e buttare via ma la vogliono vivere in pienezza.
              Vorrei invitarvi a conoscere una figura straordinaria di giovane obiettore, un giovane europeo dagli “occhi grandi”, che si è battuto contro il nazismo durante la seconda guerra mondiale, Franz Jägerstätter, proclamato Beato dal Papa Benedetto XVI. Franz era un giovane contadino austriaco che, a motivo della sua fede cattolica, fece obiezione di coscienza di fronte all’ingiunzione di giurare fedeltà a Hitler e di andare in guerra. Franz era un ragazzo allegro, simpatico, spensierato, che crescendo, grazie anche alla moglie Francesca, con la quale ebbe tre figli, cambiò la sua vita e maturò convinzioni profonde. Quando venne chiamato alle armi si rifiutò, perché riteneva ingiusto uccidere vite innocenti. Questa sua decisione scatenò reazioni dure nei suoi confronti da parte della sua comunità, del sindaco, anche di familiari. Un sacerdote tentò di dissuaderlo per il bene della sua famiglia. Tutti erano contro di lui, tranne sua moglie Francesca, la quale, pur conoscendo i tremendi pericoli, stette sempre dalla parte del marito e lo sostenne fino alla fine. Nonostante le lusinghe e le torture, Franz preferì farsi uccidere che uccidere. Riteneva la guerra totalmente ingiustificata. Se tutti i giovani chiamati alle armi avessero fatto come lui, Hitler non avrebbe potuto realizzare i suoi piani diabolici. Il male per vincere ha bisogno di complici.
              Franz Jägerstätter venne ucciso nella prigione dove era rinchiuso anche il suo coetaneo Dietrich Bonhoeffer, giovane teologo luterano tedesco, antinazista, che fece anch’egli la stessa tragica fine.
               Questi due giovani “dagli occhi grandi” vennero uccisi perché rimasero fedeli fino alla fine agli ideali della loro fede. Ed ecco la quarta dimensione dell’educazione: dopo la conoscenza di sé stessi, degli altri e del creato, finalmente la conoscenza del principio e del fine di tutto. Cari giovani europei, vi invito a guardare oltre, in alto, per ricercare sempre il senso della vostra vita, la vostra origine, il fine, la Verità, perché non si vive se non si cerca la Verità. Camminate con i piedi ben piantati sulla terra, ma con sguardo ampio, aperto all’orizzonte, al cielo. Vi potrà aiutare in questo la lettura dell’Esortazione apostolica Christus vivit, indirizzata in modo speciale ai giovani. E poi vi invito tutti alla Giornata Mondiale della Gioventù del prossimo anno a Lisbona, dove potrete condividere i vostri sogni più belli con giovani di tutto il mondo.
                E voglio concludere con un augurio: che siate giovani generativi, capaci di generare nuove idee, nuove visioni del mondo, dell'economia, della politica, della convivenza sociale; ma non solo nuove idee, soprattutto nuove strade, da percorrere insieme. E che possiate essere generosi anche nel generare nuove vite, sempre e solo per amore! Amore al vostro sposo e alla vostra sposa, amore alla famiglia, amore ai vostri figli, e anche amore all’Europa, perché sia per tutti terra di pace, di libertà e di dignità.
            Buon incontro e buon cammino! Vi mando di cuore il mio saluto e la mia benedizione. E vi chiedo per favore di pregare per me.
Roma, San Giovanni in Laterano, 6 luglio 2022
FRANCESCO
https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2022/07/11/0528/01069.html

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Re: Новости Ватикана
« Ответ #451 : 14 Июля, 2022, 17:41:07 »
            Дорогие друзья, к сожалению, с мая полная информация сайтом Ватикана https://press.vatican.va/ предлагается без возможности его сразу перевести в браузере гуглхром (в их сайт вставили блокировку на эту встроенную в браузер опцию, о чем рассказано здесь: https://forum.oreola.org/index.php/topic,2998.msg38124.html#msg38124). В то же время в связи с тем, что "избранная информация" на их новостном сайте https://www.vaticannews.va/, где есть и адаптированный русский перевод, существенно урезается и даже порою искажается, считаем правильным и целесообразным впредь предлагать вам лишь текст на языке оригинала. Однако при желании и навыке, вы сумеете самостоятельно найти способы как его перевести, в том числе прямо здесь, на нашей странице, где данная функция работает исправно: нажимаете правой кнопкой на текст, и в меню выбираете "перевести на русский". Такова будет наша ответная мера: просто, но результативно. Спасибо за понимание и просим простить за неудобства, надеемся, что они временные. Пока будем считать, что Ватикан просто негласно поддержал какие-то санкции и проблема будет вскорости устранена его собственными силами, так как это в его же интересах.  Данный вводный текст будет вставляться впредь перед каждой их публикацией, как напоминание причин.                        Александр Набабкин-Романюк.



Udienza ai partecipanti ai Capitoli Generali dell’Ordine della Madre di Dio, dell’Ordine Basiliano di San Giosafat, e della Congregazione della Missione, 14.07.2022

Questa mattina, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza i partecipanti ai Capitoli Generali dell’Ordine della Madre di Dio, dell’Ordine Basiliano di San Giosafat e della Congregazione della Missione.
Pubblichiamo di seguito il Discorso che il Papa ha rivolto ai presenti nel corso dell’Udienza:
Discorso del Santo Padre
                 Cari Fratelli dell’Ordine della Madre di Dio, dell’Ordine Basiliano di San Giosafat e della Congregazione della Missione, benvenuti!
                  Io ci tengo a ricevere i capitoli generali, perché è un modo di comunicare con la vita consacrata. È tanto importante nella Chiesa, ma non sempre c’è il tempo e, anzi, in questo tempo di vacanze è chiuso, ma per voi è stato aperto, in questa nuova modalità, almeno tre insieme… Non fate la guerra tra voi, per favore! Qualcuno può pensare è una “macedonia” di istituti, ma bella come la varietà della Chiesa. Rompo il “digiuno” del mese di luglio per accogliere voi, in occasione dei vostri Capitoli Generali. Ricambio di cuore i saluti dei tre Superiori e li ringrazio per aver presentato i percorsi e le prospettive dei rispettivi Istituti. Anch’io desidero prima di tutto dirvi la gratitudine della Chiesa per la testimonianza che date come consacrati e per l’attività apostolica che portate avanti là dove siete presenti. È importante, “consacrati”, questo è al primo posto.
                  In questi giorni siete impegnati nei lavori capitolari. Voi Chierici della Madre di Dio e voi preti della Missione state ormai per concludere, mentre voi Basiliani avete iniziato da poco. Formulo i miei auguri a coloro che sono stati eletti per il servizio del governo e mi associo alla vostra riconoscenza per quanti lo hanno concluso.
                 Penso che anche per voi questi Capitoli abbiano rappresentato un ritrovarvi in presenza dopo il periodo di forzata distanza dovuto alla pandemia. Questo dovrebbe anche aiutare a non dare per scontato il fatto di potersi incontrare, di confrontarsi guardandosi negli occhi, e soprattutto di pregare insieme, di ascoltare insieme la Parola e condividere l’Eucaristia. Allora gustiamo nuovamente ciò a cui forse ci eravamo abituati; e riprendiamo coscienza di quello che il Signore Gesù disse congedandosi dai suoi discepoli: “Io sono la vite, voi i tralci. Se non rimanete in me, non potrete portare frutto” (cfr Gv 15,5). Questa esperienza la fanno in prima persona i membri del Capitolo, ma spiritualmente essa si trasmette a tutti i confratelli, a tutta la famiglia religiosa, molto al di là di quanto noi possiamo sapere e riscontrare.
                 Il Capitolo, in particolare, è il momento del discernimento comunitario. Non è dare idee, no, è “discernere”, con un discernimento comunitario: con l’aiuto dello Spirito Santo si cerca di vedere se e in che misura siamo stati fedeli al carisma, in che cosa lo Spirito ci spinge ad andare avanti e che cosa invece ci chiede di cambiare. Se non c’è lo Spirito in un Capitolo, chiudete le porte e tornate in casa! Dev’essere quasi il protagonista di un Capitolo. Questa è una delle esperienze più belle e più fortemente “ecclesiali” che ci è dato di fare: mettersi insieme in ascolto dello Spirito presentandogli le situazioni concrete, le questioni, i problemi… È quello che leggiamo negli Atti degli Apostoli, a proposito delle prime comunità, e che siamo chiamati a rivivere nell’oggi della Chiesa e del mondo.
               Ora, cari fratelli, vorrei cogliere questa occasione per ribadire un criterio che ritengo essenziale nel fare il discernimento: il criterio dell’evangelizzazione. Quando ci interroghiamo sulla nostra fedeltà creativa al carisma originario, dobbiamo chiederci se il nostro modo di interpretarlo e di attuarlo è “evangelizzante”, cioè se le scelte che facciamo – quanto ai contenuti, ai metodi, agli strumenti, allo stile di vita – sono orientate a testimoniare e annunciare il Vangelo. Sappiamo che per loro natura i carismi sono differenti e che sempre lo Spirito Santo li crea e li distribuisce con fantasia e varietà. Ma una cosa è certa: i carismi, come insegna San Paolo, sono tutti per l’edificazione della Chiesa, – non per sé stessi, non hanno una dimensione di particolarità, ma sono tutti per l’edificazione della Chiesa – e poiché la Chiesa non è fine a sé stessa ma il suo fine è evangelizzare, ne consegue che ogni carisma, nessuno escluso, può e deve cooperare all’evangelizzazione. E questo va tenuto ben presente nel fare discernimento. Pensate che la vocazione della Chiesa è evangelizzare, anzi, la gioia della Chiesa è evangelizzare. Questo lo ha detto il Santo Papa Paolo VI, in quella Lettera che anche oggi, passati tanti anni, ha attualità, la Evangelii nuntiandi. La vocazione della Chiesa è evangelizzare, la gioia della Chiesa è evangelizzare.
               Posto questo principio, non serve dilungarsi in teorie astratte, ma è meglio imparare dai Santi: nel vostro caso San Giovanni Leonardi, San Giosafat e San Vincenzo de’ Paoli. Proprio nella loro diversità, essi mostrano che cosa significa essere «evangelizzatori con Spirito»: «evangelizzatori che pregano e lavorano – evangelizzatori, non proselitisti, perché evangelizzare non è fare proselitismo, niente a che vedere l’uno con l’altro –. Dal punto di vista dell’evangelizzazione, non servono né le proposte mistiche senza un forte impegno sociale e missionario, né i discorsi e le prassi sociali e pastorali senza una spiritualità che trasformi il cuore» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 262). La testimonianza dei Santi e delle Sante ci conferma che «occorre sempre coltivare uno spazio interiore che conferisca senso cristiano all’impegno e all’attività.Senza momenti prolungati di adorazione, di incontro orante con la Parola, di dialogo sincero con il Signore, facilmente i compiti si svuotano di significato, ci indeboliamo per la stanchezza e le difficoltà, e il fervore si spegne» (ibid.). Mi permetto di farvi una domanda: voi fate preghiera di adorazione? O avete dimenticato cosa significa adorare? Adorare. Pensate a questo, la gratuità dell’adorazione. Credo che nel nostro tempo c’è il pericolo di dimenticare questo. “Io faccio adorazione? Io so cosa è adorare?”. Ognuno si risponda per favore, a sé stesso.
                 In quanto religiosi, voi siete chiamati a evangelizzare, oltre che sul piano personale, come ogni battezzato, anche in forma comunitaria, con la vita fraterna. Questa è la via maestra per mostrare l’appartenenza a Cristo, perché Lui stesso assicurò ai suoi: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35). Ma sappiamo bene, anche per esperienza, quanto ciò sia impegnativo: è la grande sfida della vita comune, inconcepibile per la mentalità del mondo, ma, proprio per questo, segno del Regno di Dio. Essa richiede un atteggiamento quotidiano di conversione, richiede disponibilità a mettersi in discussione, vigilanza sulle rigidità come pure su una tolleranza eccessiva e “di comodo”. Soprattutto richiede umiltà e semplicità di cuore, che non dobbiamo mai cessare di domandare a Dio, perché vengono da Lui. Per noi infatti, che, a differenza della nostra Santa Madre, abbiamo il peccato originale, l’umiltà e la semplicità del cuore non sono doni “naturali”, ma opera in noi della Grazia divina, sempre da accogliere, sempre da rinnovare nel cammino della vita e nei diversi contesti relazionali.
                È lì, nel crogiolo delle relazioni, che viene vagliato il nostro cuore e che, con l’impegno di ciascuno, può prendere forma una bella testimonianza di fratelli. Non una cosa sdolcinata, non una concordia di facciata, non un’omogeneità appiattita sulla personalità del superiore o di qualche leader. No. Una fraternità libera, con il gusto delle diversità e nella ricerca di un’armonia sempre più evangelica. Come in un’orchestra con tanti strumenti, dove l’essenziale non è la bravura dei solisti, ma la capacità di ciascuno di ascoltare tutti gli altri per creare la migliore armonia possibile.
              E da qui viene la gioia. E così come ho fatto la domanda “Io adoro?”, che ognuno di voi deve farsi, “io so adorare in silenzio?”, vorrei anche farvene un’altra: “Io sono gioioso nella mia vocazione, o vado come posso o cerco la gioia altrove?”. Una gioia vera, non formale, non quella gioia con il sorriso che non dice nulla, il sorriso artificiale, “fratello, fratello” e poi il pugnale da dietro. Succede, succede, lo sappiamo. La gioia non formale, non il sorriso artificiale. La gioia di essere di Cristo e di esserlo insieme, con i nostri limiti e i nostri peccati. Gioia di essere perdonati da Dio e di condividere questo perdono con i fratelli. Questa gioia non si può nascondere, traspare! Ed è contagiosa. È la gioia dei Santi e delle Sante, che, se sono fondatori, non lo sono per nascita. Non si nasce fondatori! Lo si diventa per attrazione: nel duplice senso che prima di tutto Cristo attrae a Sé quell’uomo o quella donna; e così lo o la rende capace di attirare altri a Lui. Sottolineiamo questo “a Lui”: il santo non attira a sé ma sempre al Signore. Dunque, umiltà e semplicità di cuore e gioia. Questa è la strada di una fraternità evangelizzante. Impossibile agli uomini, ma non a Dio!
                Una delle cose che uccide la gioia comunitaria è il chiacchiericcio. Per favore, niente chiacchiericcio, niente! Se tu hai qualcosa contro un altro, va’ e dillo in faccia. O dillo a chi può mettere rimedio, ma non dirlo di nascosto. Il chiacchiericcio distrugge, non solo la comunità, distrugge me stesso. Il chiacchiericcio non è da uomini, il chiacchiericcio rende le persone superficiali, che vanno portando le cose da una parte all’altra e così vivono. Per favore, custodite la lingua! So che non è facile in una Congregazione religiosa evitare il chiacchiericcio. Una volta mi hanno detto che c’è una buona medicina per questo: mordersi la lingua in tempo. Sì, si gonfierà un po’, ma almeno… Per favore, vi chiedo: niente chiacchiericcio. Questo ammazza, questo distrugge.
               E non vorrei finire senza una vicinanza a voi, cari fratelli Basiliani ucraini, in questo momento di dolore, in questo momento di martirio della vostra patria. Vorrei dirvi che vi sono vicino, tutta la Chiesa è vicina, tutta. Vi accompagniamo come possiamo nel vostro dolore. Io tante volte penso che uno dei pericoli più grandi adesso è dimenticare il dramma dell’Ucraina. Uno si abitua, si abitua… e poi non è tanto importante e si parla… Uno dei giorni scorsi, ho visto sul giornale che la notizia sulla guerra era alla pagina 9! Non è un problema che interessa, è brutto questo, è brutto. Per questo vi siamo vicini, e tutti noi dobbiamo guardare a loro perché loro in questo momento sono nel martirio. Voi siete nel martirio. E vi auguro che il Signore abbia compassione di voi e in un altro modo vi sia vicino con la pace e il dono della pace.
                 Poi un’altra cosa che vorrei dirvi, per non dimenticare. Siete tre Congregazioni religiose, e uno dei problemi, lo sappiamo, che esistono tante volte, è il problema degli abusi. Per favore, ricordare bene questo: tolleranza zero sugli abusi sui minori o le persone incapaci, tolleranza zero. Per favore non nascondere questa realtà. Noi siamo religiosi, siamo sacerdoti per portare la gente a Gesù, non per “mangiare” la gente con la nostra concupiscenza. E l’abusatore distrugge, “mangia”, per così dire, l’abusato con la sua concupiscenza. Tolleranza zero. Non abbiate vergogna di denunciare: “Questo ha fatto questo, quell’altro…”. Ti accompagno, sei un peccatore, sei un ammalato, ma io devo proteggere gli altri. Per favore vi chiedo questo, tolleranza zero. Non si risolve questo con un trasferimento. “Ah, da questo continente lo mando all’altro continente…”. No.
              Cari fratelli, prego lo Spirito Santo di concedervi i suoi doni in abbondanza, affinché possiate discernere quello che Egli stesso vi suggerisce; vi dia forza per affrontare le sfide e costanza nel vostro servizio ecclesiale. La Vergine Maria vi protegga, vi aiuti e sia la guida sicura del vostro cammino. Di cuore benedico tutti voi e i vostri Istituti, e vi chiedo per favore di non dimenticarvi di pregare per me, perché questo lavoro non è facile. Grazie.


https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2022/07/14/0534/01079.html

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Le parole del Papa alla recita dell’Angelus, 17.07.2022


Alle ore 12 di oggi, il Santo Padre Francesco si è affacciato alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i pellegrini e i fedeli convenuti in Piazza San Pietro.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:
Prima dell’Angelus
                    Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
                     Il Vangelo della Liturgia di questa domenica ci presenta un vivace quadretto domestico con Marta e Maria, due sorelle che offrono ospitalità a Gesù nella loro casa (cfr Lc 10,38-42). Marta si dà subito da fare per l’accoglienza degli ospiti, mentre Maria si siede ai piedi di Gesù per ascoltarlo. Allora Marta si rivolge al Maestro e gli chiede di dire a Maria che l’aiuti. La lamentela di Marta non sembra fuori luogo; sentiamo anzi di darle ragione. Eppure Gesù le risponde: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una sola cosa c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta» (Lc 10,41-42). È una risposta che sorprende. Ma Gesù molte volte ribalta il nostro modo di pensare. Chiediamoci perché il Signore, pur apprezzando la generosa premura di Marta, afferma che l’atteggiamento di Maria è da preferire.
                    La “filosofia” di Marta sembra questa: prima il dovere, poi il piacere. L’ospitalità, in effetti, non è fatta di belle parole, ma esige che si metta mano ai fornelli, che ci si dia da fare in tutto ciò che occorre perché l’ospite possa sentirsi ben accolto. Questo, Gesù lo sa molto bene. E difatti riconosce l’impegno di Marta. Però, vuole farle capire che c’è un ordine di priorità nuovo, diverso da quello che fino ad allora aveva seguito. Maria ha intuito che c’è una “parte migliore” a cui va dato il primo posto. Tutto il resto viene dopo, come un corso d’acqua che scaturisce dalla sorgente. E così ci domandiamo: che cos’è questa “parte migliore”? È l’ascolto delle parole di Gesù. Dice il Vangelo: «Maria, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola» (v. 39). Notiamo: non ascoltava in piedi, facendo altro, ma si era seduta ai piedi di Gesù. Ha capito che Lui non è un ospite come gli altri. A prima vista sembra che sia venuto a ricevere, perché ha bisogno di cibo e di un alloggio., ma in realtà, il Maestro è venuto per donarci sé stesso mediante la sua parola.
                La parola di Gesù non è astratta, è un insegnamento che tocca e plasma la vita, la cambia, la libera dalle opacità del male, appaga e infonde una gioia che non passa: la parola di Gesù è la parte migliore, quella che aveva scelto Maria. Per questo lei le dà il primo posto: si ferma e ascolta. Il resto verrà dopo. Questo non toglie nulla al valore dell’impegno pratico, però esso non deve precedere, ma sgorgare dall’ascolto della parola di Gesù, dev’essere animato dal suo Spirito. Altrimenti si riduce a un affannarsi e agitarsi per molte cose, si riduce a un attivismo sterile.
                Fratelli e sorelle, approfittiamo di questo tempo di vacanze, per fermarci e metterci in ascolto di Gesù. Oggi si fa sempre più fatica a trovare momenti liberi per meditare. Per tante persone i ritmi di lavoro sono frenetici, logoranti. Il periodo estivo può essere prezioso anche per aprire il Vangelo e leggerlo lentamente, senza fretta, un passo ogni giorno, un piccolo passo del Vangelo. E questo fa entrare in questa dinamica di Gesù. Lasciamoci interrogare da quelle pagine, domandandoci come sta andando la nostra vita, la mia vita, se è in linea con ciò che dice Gesù o non tanto. In particolare, chiediamoci: quando inizio la giornata, mi butto a capofitto nelle cose da fare, oppure cerco prima ispirazione nella Parola di Dio? A volte noi incominciamo le giornate automaticamente, a fare le cose… come le galline. No. Dobbiamo incominciare le giornate prima di tutto guardando al Signore, prendendo la sua Parola, breve, ma che sia questa l’ispirazione delle giornate. Se al mattino usciamo di casa serbando nella mente una parola di Gesù, sicuramente la giornata acquisterà un tono segnato da quella parola, che ha il potere di orientare le nostre azioni secondo ciò che vuole il Signore.
                    La Vergine Maria ci insegni a scegliere la parte migliore, che non ci sarà mai tolta.
Dopo l’Angelus
                   Cari fratelli e sorelle!
                  Ieri a Ellwangen (Germania) è stato beatificato Giovanni Filippo Jeningen, sacerdote della Compagnia di Gesù, vissuto in Germania nella seconda metà del XVII secolo. Svolse il suo ministero tra le popolazioni rurali del Ducato di Württemberg. Instancabile annunciatore del Vangelo, raggiunse persone di ogni classe sociale, animato da grande spirito apostolico e da una speciale devozione mariana. L’esempio e l’intercessione di questo sacerdote ci aiuti a sentire la gioia di condividere il Vangelo con i nostri fratelli. Un applauso al nuovo Beato!
               Esprimo nuovamente la mia vicinanza al popolo dello Sri Lanka. Cari fratelli e sorelle, mi unisco a voi nella preghiera ed esorto tutte le parti a cercare una soluzione pacifica alla presente crisi, a favore, in particolare, dei più poveri, rispettando i diritti di tutti. Mi associo ai capi religiosi nell’implorare tutti di astenersi da ogni forma di violenza e di avviare un processo di dialogo per il bene comune.
               E sono sempre vicino anche alla martoriata popolazione ucraina, colpita ogni giorno da una pioggia di missili. Come si fa a non capire che la guerra crea solo distruzione e morte, allontanando i popoli, uccidendo la verità e il dialogo? Prego e auspico che tutti gli attori internazionali si diano veramente da fare per riprendere i negoziati, non per alimentare l’insensatezza della guerra.
               Domenica prossima, a Dio piacendo, partirò per il Canada; per questo desidero ora rivolgermi a tutti gli abitanti di quel Paese. Cari fratelli e sorelle del Canada, come sapete, verrò tra voi soprattutto nel nome di Gesù per incontrare e abbracciare le popolazioni indigene. Purtroppo, in Canada, molti cristiani, compresi alcuni membri di istituti religiosi, hanno contribuito alle politiche di assimilazione culturale che, in passato, hanno gravemente danneggiato, in diversi modi, le comunità native. Per questo, recentemente ho ricevuto in Vaticano alcuni gruppi, rappresentanti dei popoli indigeni, ai quali ho manifestato il mio dolore e la mia solidarietà per il male che hanno subito. E ora mi accingo a compiere un pellegrinaggio penitenziale, che spero, con la grazia di Dio, possa contribuire al cammino di guarigione e riconciliazione intrapreso già. Vi ringrazio fin da ora per tutto il lavoro di preparazione e per l’accoglienza che mi riserverete. Grazie a tutti! E vi chiedo per favore di accompagnarmi con la preghiera.
               Ed ora saluto voi, cari romani e pellegrini, in particolare le Suore della Risurrezione e le Missionarie del Sacro Cuore, che stanno svolgendo a Roma i loro Capitoli Generali. Saluto i fedeli della Hermandad de la Virgen de las Nieves, di Los Palacios y Villafranca (Sevilla), e i giovani che seguono il corso di formazione del movimento Regnum Christi. Si fanno sentire i giovani!
               Mi fa piacere ricambiare il saluto che mi hanno rivolto i ragazzi partecipanti al Giffoni Film Festival, che quest’anno è dedicato agli “invisibili”, cioè alle persone che vengono messe da parte ed escluse dalla vita sociale. Grazie e auguri! E saluto anche i ragazzi dell’Immacolata.
               A tutti auguro una buona domenica e, per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!


https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2022/07/17/0538/01092.html

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« Ответ #453 : 19 Июля, 2022, 12:46:34 »
          Дорогие друзья, к сожалению, с мая полная информация сайтом Ватикана https://press.vatican.va/ предлагается без возможности его сразу перевести в браузере гуглхром (в их сайт вставили блокировку на эту встроенную в браузер опцию, о чем рассказано здесь: https://forum.oreola.org/index.php/topic,2998.msg38124.html#msg38124). В то же время в связи с тем, что "избранная информация" на их новостном сайте https://www.vaticannews.va/, где есть и адаптированный русский перевод, существенно урезается и даже порою искажается, считаем правильным и целесообразным впредь предлагать вам лишь текст на языке оригинала. Однако при желании и навыке, вы сумеете самостоятельно найти способы как его перевести, в том числе прямо здесь, на нашей странице, где данная функция работает исправно: нажимаете правой кнопкой на текст, и в меню выбираете "перевести на русский". Такова будет наша ответная мера: просто, но результативно. Спасибо за понимание и просим простить за неудобства, надеемся, что они временные. Пока будем считать, что Ватикан просто негласно поддержал какие-то санкции и проблема будет вскорости устранена его собственными силами, так как это в его же интересах.  Данный вводный текст будет вставляться впредь перед каждой их публикацией, как напоминание причин.                  
     Александр Набабкин-Романюк.


Messaggio del Santo Padre ai Partecipanti al Congresso Mondiale di SIGNIS (Seoul, 15-18 agosto 2022), 18.07.2022
Pubblichiamo di seguito il Messaggio che il Santo Padre Francesco invia ai partecipanti al SIGNIS World Congress 2022 che si svolgerà presso la Sogang University di Seoul dal 15 al 18 agosto 2022 sul tema “Pace nel mondo digitale”:
                  I send greetings and good wishes to all taking part in the SIGNIS World Congress being held this year in Seoul, combining face-to-face meetings and virtual conferences. As an international association for the Catholic communications professionals, it is fitting that you are meeting in South Korea, a land whose history of evangelization shows the power of the printed word and the essential role of the laity in the spread of the Gospel. May the story of Saint Andrew Kim and his companions two hundred years ago confirm you in your own efforts to spread the Gospel of Jesus Christ in the language of contemporary communications media.
                 It is appropriate that, in these days marked by new outbreaks of violence and aggression in our world, you have chosen as the theme of your World Congress “Peace in the Digital World”. The digital media revolution of recent decades has proved to be a powerful means of fostering communion and dialogue within our human family. Indeed, during the months of lockdown due to the pandemic, we saw clearly how digital media could bring us together, not only by disseminating essential information, but also by bridging the loneliness of isolation and, in many cases, uniting whole families and ecclesial communities in prayer and worship.
                At the same time, the use of digital media, especially social media, has raised a number of serious ethical issues that call for wise and discerning judgment on the part of communicators and all those concerned with the authenticity and quality of human relationships. Sometimes and in some places, media sites have become places of toxicity, hate speech and fake news. In meeting this challenge, SIGNIS can play an important role through media education, networking Catholic media and countering lies and misinformation. I encourage you to persevere in these efforts, paying particular attention to the need to assist people, especially young people, to develop a sound critical sense, learning to distinguish truth from falsehood, right from wrong, good from evil, and to appreciate the importance of working for justice, social concord, and respect for our common home. I would also encourage you to consider the many communities in our world that remain excluded from the digital space, making digital inclusion a priority of your organizational planning. In doing so, you will be making a significant contribution to the spread of a culture of peace grounded in the truth of the Gospel.
                   In my Message for this year’s World Communications Day, I spoke of listening as the first and indispensable ingredient of dialogue and good communication, and asked journalists to develop their ability to “listen with the ear of the heart.” More than to anyone else, the “apostolate of listening” belongs to you as Catholic communicators. For communication is not just a profession, but a service to dialogue and understanding between individuals and larger communities in the pursuit of a serene and peaceful coexistence.
                Listening is likewise essential to the synodal journey that the whole Church has undertaken in these years. It is my hope that, in your communication, you will contribute to this process by assisting the holy and faithful people of God in our commitment to listen to one another, to the Lord’s will and to grow in the awareness that we participate in a communion that precedes and includes us. In this way too, your efforts to foster Peace in the Digital World will help to create an ever more “symphonic” Church, whose unity is expressed in a harmonious and sacred polyphony.
               Dear friends of SIGNIS, with these sentiments, I send you my prayerful good wishes for your work and for the spiritual fruitfulness of this World Congress. Upon you, your families, your colleagues and all those whom you serve, I invoke God’s abundant blessings of wisdom, joy and peace. I ask you, please, not to forget to pray for me.


https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2022/07/18/0539/01094.html

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« Ответ #454 : 19 Июля, 2022, 12:51:37 »
            Дорогие друзья, к сожалению, с мая полная информация сайтом Ватикана https://press.vatican.va/ предлагается без возможности его сразу перевести в браузере гуглхром (в их сайт вставили блокировку на эту встроенную в браузер опцию, о чем рассказано здесь: https://forum.oreola.org/index.php/topic,2998.msg38124.html#msg38124). В то же время в связи с тем, что "избранная информация" на их новостном сайте https://www.vaticannews.va/, где есть и адаптированный русский перевод, существенно урезается и даже порою искажается, считаем правильным и целесообразным впредь предлагать вам лишь текст на языке оригинала. Однако при желании и навыке, вы сумеете самостоятельно найти способы как его перевести, в том числе прямо здесь, на нашей странице, где данная функция работает исправно: нажимаете правой кнопкой на текст, и в меню выбираете "перевести на русский". Такова будет наша ответная мера: просто, но результативно. Спасибо за понимание и просим простить за неудобства, надеемся, что они временные. Пока будем считать, что Ватикан просто негласно поддержал какие-то санкции и проблема будет вскорости устранена его собственными силами, так как это в его же интересах.  Данный вводный текст будет вставляться впредь перед каждой их публикацией, как напоминание причин.                              Александр Набабкин-Романюк.


Videomessaggio del Santo Padre in occasione del II Congresso cattolico pan-africano, 19.07.2022

Pubblichiamo di seguito il testo del Videomessaggio che il Santo Padre Francesco ha inviato ai partecipanti al II Congresso cattolico pan-africano su Teologia, Società e Vita pastorale, che si svolge a Nairobi, in Kenya,
presso la Catholic University of East Africa, dal 19 al 22 luglio 2022:

Hermanas, hermanos de la Red Catolica Pan-Africana de Teología y Pastoral:
Me alegra saber de este encuentro en la Universidad Católica de África Oriental en Nairobi.
Se que se reúnen con motivo del II Congreso Católico Panafricano sobre Teología, Sociedad y Vida Pastoral.
Es un signo de esperanza que teólogos, laicos, sacerdotes, religiosos, religiosas, obispos hayan tomado la iniciativa de caminar juntos.
Juntarse para discernir qué nos dice Dios hoy, no solo para atender las necesidades desafiantes certamente, sino también para hacer realidad los sueños africanos ( sueños sociales, culturales, ecológicos y eclesiales) es ya señal una Iglesia Africana en salida.
Siguen adelante.
En mis visitas a Africa, siempre me ha impresionado la fe y resilencia de esos pueblos. Como comente durante mi viaje a la República Centroafricana en 2015, “Africa siempre nos sorprende.” Hagan surgir lo mejor de ustedes en estas reflecciones para que sea sorpresa, para que nasca esa creación africana que nos da una sorpresa a todos.
Porque Africa es poesía.
La sabiduría de los ancestros africanos nos recuerda para esta importante convocatoria que “las montañas nunca se encuentran, pero la gente sí.” Sigamos adelante. Juntos. Acompandonos, ayudándonos, y creciendo Juntos.
Que una teología sapiencial, como ustedes proponen, sea la buena noticia de misericordia para los pobres y alimenta a las personas y comunidades en su lucha por la vida, la paz y la esperanza.
Que el Espíritu Santo los inspire - que de este congreso salgan caminos que la Iglesia necesita: caminos de conversión misionera, ecológica, de paz, de reconciliación y de transformación de todo el mundo.
Y a todos les bendigo. Que Dios nos bendiga.
Que la Virgen nos acompane.
Y por favor, no se olviden de rezar por mi.
Gracias.


https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2022/07/19/0540/01097.html